
Prendiamo la distribuzione dei fondi dell’otto per mille, scelta dai cittadini all’atto della dichiarazione dei redditi , allo Stato e a varie chiese. Ecco alcuni dati del 2009, gli ultimi che abbiamo, validi comunque perché le variazioni da un anno all’altro sono pressoché ininfluenti. I cittadini che hanno scelto di dare l’otto per mille alla Chiesa cattolica sono stati il 34,6 % degli italiani. Ma in base al perverso meccanismo per cui vengono distribuite in proporzione alle scelte espresse anche quelle di coloro che non fanno alcuna scelta (magari perché, come i pensionati, non devono fare la dichiarazione dei redditi …), alla Chiesa cattolica va l’87,2% dei fondi. Ma non basta, perché ogni anno la Presidenza del Consiglio dei ministri può decidere come assegnare i fondi arrivati allo Stato, anche in deroga a decisioni già prese.
Per esempio nel 2009, anno della rottura, ovviamente temporanea, di Berlusconi con la Segreteria di Stato Vaticana, a dicembre fu deciso che il 23,9% dei fondi statali destinati ai Beni culturali fossero dirottati su restauri e interventi sui beni ecclesiastici, e chegran parte dei fondi destinati all’Abruzzo, cioè il 43,2%, fosse destinato per restauri di chiese ed affini.
E a questo punto facciamo due conti (sempre per il 2009): la Chiesa cattolica riceve direttamente l’87,2% dei fondi. Lo Stato italiano il 10,3%, ma di questi il 67,1% lo rigira alla Chiesa cattolica, cioè il 10,3 x 0,67 = 6,9% del totale. La Chiesa cattolica riceve quindi, per il 2009, l’87,2% + il 6,9%= 94,1% dell’otto per mille, pur essendo stata “scelta” dal 34% degli italiani.
Questi sono i numeri, ora è più chiaro vero? Visto che serve la matematica! C’è qualcosa di marcio a Roma, sia al di qua che al di là del Tevere, direbbe qualcuno.
fonte
http://www.cronachelaiche.it/2011/07/matematica-rivoluzionaria-provala-sull%e2%80%99otto-per-mille/