L'Unione europea continua ad esercitare pressione sulla Siria affinché ponga fine alle diffuse violazioni dei diritti umani. Il 13 ottobre il Consiglio ha congelato i beni della Banca commerciale siriana, una banca di proprietà statale che fornisce sostegno finanziario al regime del presidente Bashar al-Assad, responsabile della violenta repressione.
"Le nostre misure non sono destinate a colpire il popolo siriano, ma hanno lo scopo di privare il regime di risorse finanziarie" ha affermato Catherine Ashton, alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Secondo le Nazioni Unite sono più di 3 000 le persone, tra cui anche bambini, uccise dall'inizio dei disordini in Siria a marzo. La violenta repressione è stata accompagnata da uccisioni, arresti di massa, tortura di civili e di manifestanti pacifici e dei loro famigliari.
Quest'ultima serie di sanzioni adottate dal Consiglio porta a diciannove il numero di entità oggetto di misure restrittive dell'UE.
"L'UE valuterà ulteriori misure alla luce degli sviluppi della situazione al fine di sostenere il popolo siriano nella sua volontà di determinare il futuro del proprio paese con mezzi pacifici e democratici" ha affermato Catherine Ashton.
Il 10 ottobre le conclusioni del Consiglio hanno espresso plauso per gli sforzi dell'opposizione politica intesi a creare una piattaforma unita e hanno considerato la creazione del Consiglio nazionale siriano un positivo passo avanti.
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