La legge vieta il secondo figlio a meno che la madre paghi multe che solo i ricchi possono permettersi: la donna non aveva il denaro. Il bimbo è stato ucciso con un'iniezione, poi il parto.
Feng Jiamei, dopo essere stata costretta ad abortire, dorme di fianco al feto ancora insanguinato.
Secondo i gruppi a tutela dei diritti umani, le autorità nella provincia dello Shaanxi, nel nord della Cina, hanno costretto Feng Jianmei, a interrompere la gravidanza il 2 giugno: non era in grado di pagare i 40mila yuan (quasi 4.800 euro) necessari ad aggirare la politica di controllo delle nascite del ‘figlio unico’.
Un parente della gestante, rimasto anonimo, ha confermato l’autenticità della fotografia pubblicata on line in cui si vede Feng su un letto d’ospedale accanto al corpo imbrattato di sangue del bambino. Nell’ambito della politica di controllo delle nascite imposta dal governo cinese, le famiglie che vivono in città di solito non possono avere piu’ di un figlio, mentre quelle rurali ne possono avere due se la prima è femmina.
Il quotidiano semiufficiale The Global Times afferma che sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta.
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