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  • Cosa sta succedendo realmente nel mondo? cosa stanno facendo i poteri che ci dominano?

    mercoledì 6 giugno 2012



    Mentre invito a leggere la testimonianza di una vittima del recente terremoto, pubblico qui un articolo semplice  da segnalare a chi, perplesso, inizia a notare che ci sono troppe cose che non funzionano in questo mondo.






    Immaginiamo un fattore che alleva delle mucche per la produzione del latte; è ovvio che il fattore per garantirsi una buona produzione di latte alimenterà a dovere le sue mucche e controllerà che stiano bene in salute. Se infatti le tenesse a stecchetto dandogli da mangiare il meno possibile, o se trascurasse la loro salute, il fattore avrebbe una produzione di latte scarsa e forse anche di qualità scadente.

    Lo stesso possiamo dire di quelle popolazioni africane che dai bovini prelevano ciclicamente anche del sangue (si nutrono anche del sangue dei bovini, oltre che del latte). È ovvio che costoro praticano dei piccoli salassi distanziandoli opportunamente nel tempo, altrimenti le loro bestie potrebbero non reggere il peso di tale pratica ed ammalarsi o addirittura morire. Dei piccoli salassi distanziati opportunamente nel tempo permettono all’animale di nutrirsi adeguatamente e rimettersi in forma prima del salasso successivo.




    È questa la logica dello sfruttamento di altri esseri viventi, fatta eccezione per i casi in cui il possessore degli animali sia un sadico perverso al quale interessa di più far soffrire gli animali e godere di tale sofferenza, che avere dei buoni mezzi di sostentamento dal proprio lavoro.

    Lo stesso dicasi per un re/governatore/capo/ di una qualsiasi entità territoriale o comunità umana (che sia stato, federazione, città, villaggio, tribù). Se costui vuole sfruttare altri esseri esseri umani, i suoi sudditi, e se vuole trarre ricchezza da questa sua posizione di supremazia, egli cercherà di rendere florida l’economia del paese, farà in modo che ci sia una florida agricoltura e floride attività manufatturiere; in tal modo anche percependo il tre o il cinque per cento (*) della ricchezza prodotta dai sudditi, egli sarà ricco e potente. Non solo, così agendo (ovvero chiedendo un tributo relativamente modesto a tutti, e ponendo le premesse per una economia florida) egli avrà intorno a sé delle persone felici e riconoscenti (le persone umane dovrebbero sapere bene che vivere circondati da gente felice e che ti è riconoscente è una gioia impagabile).

    Un’altra cosa che eviterà accuratamente un governatore, che pur vuole trarre profitto dalla propria posizione di supremazia, è una guerra di conquista. Possiamo forse supporre che ai tempi dell’antico Egitto e di Babilonia qualche re potesse ancora pensare alle guerre come a mezzi per ottenere maggiore ricchezza e potenza, ma dopo più di quattro millenni di continue guerre, il genere umano dovrebbe avere imparato che ciò che si conquista oggi si perde domani, che quel pezzetto di terra che si trova al confine tra Francia e Germania è stato tante volte perso e riconquistato dai due pretendenti al prezzo di decine e decine di milioni di morti, e di spese ingenti sostenute nell’armare eserciti, e di perdite enormi causate dalla distruzione portata dalla guerra stessa.

    Meno nota forse è la storia di quel passo conteso tra Cina e Tibet (**), un valico attraverso il quale passavano le carovane della seta, carovane che pagavano un regolare pedaggio ogni volta che transitavano di lì. Una notevole fonte di reddito quindi, per lo stato che ne fosse proprietario, una ghiotta preda per entrambi i vicini rivali che se la contesero per secoli e secoli ora vincendo ora perdendo, col risultato finale di enormi spese in armi, enormi perdite umane e tutto questo per potere vincere e poi perdere, e poi vincere e poi perdere … se si fossero messi d’accordo subito per gestire quel dazio in comproprietà riscuotendo ognuno il 50 per cento avrebbero alla fine guadagnato entrambi molto di più.

    Arriviamo quindi alla conclusione che il re/governatore/capo che vuole ottenere ricchezza e potere dalla propria posizione sa che occorre incentivare l’economia e assicurarne la prosperità, e che bisogna mettersi d’accordo con i popoli vicini per disarmare e stabilire duraturi accordi di pace. Solo facendo così potrà assicurarsi un felice futuro di gestione delle ricchezze del proprio paese. Anche se dovesse rubacchiare e prendere ogni tanto un po’ più del dovuto dai propri concittadini, fintanto che l’economia del paese resta florida e non ci sono guerre, tutto andrebbe a gonfie vele per lui.

    A meno che tale governatore sia un sadico perverso, al quale interessa di più far soffrire i suoi sudditi e godere della loro sofferenza, che avere ricchezza e potere assicurati per una vita intera. L’assenza di guerre, per chi dirige un paese, significa anche molte preoccupazioni in meno e, cosa non indifferente, significa evitare il rischio che le ricchezze accumulate dalla stessa classe dirigente vengano ridotte in fumo dal conflitto, derubate dalla parte avversa, per non parlare del rischio di essere uccisi nel corso della guerra (questo è un rischio alquanto basso, lo sappiamo, i sovrani mandano alla guerra i sudditi ma loro stanno molto attenti a non avvicinarsi al fronte, benché nella storia antica qualche re più coraggioso ci abbia rimesso la vita).

    Se quanto su esposto è vero, guardate cosa è successo in questi ultimi due secoli, pensate a cosa è successo negli ultimi dieci anni, pensate a cosa sta succedendo adesso con la crisi economica, e forse capirete che il totale sfascio dell’economia, della gestione della cosa pubblica, la crisi ecologica, le continue guerre sanguinarie in ogni parte del mondo, sono tutti eventi che, specie se considerati nella loro totalità, portano a indicare come sadici perversi le persone che hanno gestito il governo di quasi tutte le nazioni del mondo in questi ultimi 200 anni (se non più).

    Chi altri, se non una cricca di perversi e di sadici potrebbe pensare di accumulare ricchezza tenendo il proprio paese in uno stato di guerra coi paesi vicini (e lontani), salassando i propri cittadini di ceto medio-basso con tasse spropositate senza minimamente toccare i grandi patrimoni delle persone che non sanno più come spendere i miliardi accumulati?

    Sì, lo so, il ragionamento ha una piccola falla, nel senso che ci potrebbe essere una casta di uomini che guadagna ugualmente dalle guerre e dalla crisi economiche: i proprietari delle industrie di armi che vendono armi ad entrambe le parti in conflitto, i proprietari delle aziende petrolifere che vendono petrolio ad entrambe le parti in conflitto, i proprietari delle grandi banche che prestano soldi ad entrambe le parti in conflitto. Fra l’altro in tempo di crisi economica le grandi banche fagocitano le banche più piccole e comprano a prezzi stracciati le aziende in crisi, nonché le aziende statali svendute per fare fronte al debito.




    Però anche questa spiegazione ha dell’incredibile, stiamo parlando infatti di azioni (criminose e sanguinarie) che sarebbero condotte da persone così ricche che definirle miliardarie è spesso riduttivo, persone che se volessero potrebbero realmente riempire una piscina di monete d’oro e nuotarci dentro come Paperone. Se davvero la radice del male su questa terra albergasse in questa casta di straricchi banchieri/finanzieri/petrolieri/costruttori d’armi, come mai costoro continuano ad accumulare ricchezze su ricchezze? Ormai hanno tanto denaro e tante proprietà che non basterebbero 1000 vite per spendere tutte le ricchezze da loro possedute.

    Le persone che pur anelano alla ricchezza materiale (piuttosto che a quella spirituale) una volta raggiunta una salda posizione economica tendono normalmente a dire: perfetto, sono ricco, posso dirigere una florida attività e lasciare che in molti campi ci siano altri a lavorare per me, adesso posso pensare a rilassarmi, divertirmi, girare il mondo, stare coi miei figli.

    E invece no, questi sembra che vogliano letteralmente ingoiarsi tutte le ricchezze del mondo, non vi sembra strano?

    A questo punto le alternative sono due:

    a) per colmo della sfortuna abbiamo in tutto il mondo delle persone sadiche e perverse che ci governano
    b) tutto il pianeta è sotto il giogo di una casta di straricchi banchieri/finanzieri/petrolieri/venditori di armi che soffrono di un’acuta forma di ossessione-compulsione ad accumulare ricchezza e potere

    In un caso o nell’altro siamo nelle mani di una serie di persone assolutamente inumane e crudeli. O forse pensi che, per puro caso, tutta questa gente sia folle e pericolosa? Che solo i folli e perversi possono avere l’energia, la capacità, la furbizia necessaria per dominare?

    Guardali bene, guardali negli occhi, guarda bene le foto di chi ci governa, dei leader dei più importanti gruppi finanziari e petroliferi, delle grandi banche, delle aziende che costruiscono armi: ti sembrano folli? A me sembrano solo INUMANI.

    Questa è la verità: siamo stati guidati da lungo tempo da una cricca di famiglie (sempre le stesse bene o male, notate i tanti matrimoni regali sempre tra esponenti delle solite famiglie e i matrimoni dei grandi magnati della finanza che hanno seguito le stesse regole) che ha agito in maniera sadica e perversa, che hanno sì ottenuto ricchezza e potere per sé e per i propri familiari, ma nella maniera meno logica, CAUSANDO TRA L’ALTRO ENORMI DEVASTAZIONI AMBIENTALI DEL PIANETA IN CUI ESSI STESSI ABITANO: deforestazione, inquinamento chimico e radioattivo.

    Si tratta di una particolare razza di perversi che distrugge, violenta, avvelena, causa guerre, fa soldi vendendo le armi, fa soldi prestando denaro alle nazioni per fare le guerre, e tutto allo scopo di … quale scopo?


    lo vedremo meglio nel prossimo articolo

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    (*) Sì, lo so bene ho detto il 5 per cento, sembra assurdo in un paese come l’Italia dove la pressione fiscale ha quasi raggiunto il 50 per cento dello stipendio lordo, ma una volta i signori feudali venivano considerati esosi quando riscuotevano la decima dei raccolti.

    (**) Tibet che, da notare, era già uno stato religioso guidato dal Dalai Lama, e che non si esimeva dal dichiarare e gestire guerre sanguinose, alla faccia della compassione buddista, né più né meno di come lo stato della chiesa tradisse gli insegnamenti di Gesù prendendo parte a numerose guerre



    FONTE

     
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