OGGI CARI AMICI DI FREE ITALY VI RACCONTIAMO LA STORIA DI FEDERICA PUMA,UNA MAMMA A CUI UN TRIBUNALE HA SOTTRATTA L'AMATA FIGLIA PER MOTIVI DAVVERO FUTILI.L'ERRORE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI E DEI GIUDICI RACCONTATE NEL DOSSIER CHE SEGUE.SOSTEGNO A FEDERICA,MADRE SOFFERENTE CHE VUOLE SOLO RIABBRACCIARE SUA FIGLIA.VI CONSIGLIO DI SENTIRE LA TELEFONATA INIZIALE PER ASCOLTARE COME STA SOFFRENDO LA BAMBINA PER COLPA DEI SERVIZI SOCIALI.
MAMMA PORTAMI VIA!
Appello disperato di una madre. Aiutaci a darle voce!
- Di Laura Caselli -
Quella che segue è una storia che toglie il respiro...
...ed anche le parole. Proprio per questo motivo mi limito a riportarvi la mail che mi è arrivata ieri, e che purtroppo leggo solo oggi:
In allegato c'è la telefonata di una bambina di 7 anni anni che implora la madre: "MAMMA TI PREGO PORTAMI VIA!". Una voce disperata che non spezza il cuore, lo frantuma.
Di queste vicende non se ne parla, ma è un crimine che si perpetua in nome della legge.
Spero che aderiate in tanti al sit-in che avrà luogo Sabato 31 Marzo in Piazza San Pietro a Roma e che condividiate la storia di Federica.
Quella che segue è una storia che toglie il respiro...
...ed anche le parole. Proprio per questo motivo mi limito a riportarvi la mail che mi è arrivata ieri, e che purtroppo leggo solo oggi:
"Vi è un momento in cui gli uomini sono chiamati a prendere decisioni importanti, per loro e per coloro che si affidano a noi. Sono persone disperate e sole, chiedono aiuto. Quando dico che sono un pessimo giornalista non faccio che dire la verità. Un vero giornalista conta la giusta distanza e si posiziona lì per lavorare, io oltrepasso sempre la linea finendo per assorbire come uno spugna quel dolore. La cosa mi logora, devasta, ma ho sempre pensato che tutto questo servisse a dare voce, coraggio e speranza agli ultimi. Adesso siamo all'atto finale perchè conto oltre 20,e sottolineo VENTI,telefonate nella mia posta elettronica di madri e padri che chiedono imploranti di riavere i loro bambini, il sangue del loro sangue. Se dovesse fallire, e credetemi lo dico con profonda serenità, il sit-in di sabato Ouverture non avrebbe più motivo di esistere per il semplice fatto che tutto quello prodotto in termini d'impegno finora non sarebbe servito a NIENTE. Sono sereno e spero che lo siano tutti i miei collaboratori, perchè nessuno potrà mai contestarci nulla: ce l'abbiamo messa tutta.
Sabato prossimo, 31 marzo, dalle ore 18,00 alle ore 21,00 sit-in in Piazza San Pietro con mamma Federica per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla drammatica vicenda di questa donna e della sua bambina di 7 anni sottrattagli dal Tribunale dei Minorenni di Roma il 14 dicembre scorso. Il luogo scelto per questo incontro non è casuale vista la solidarietà espressa dal Santo Padre riguardo questa vicenda. Sono certo che saremo in molti ad aderire a questo invito".
David Gramiccioli
In allegato c'è la telefonata di una bambina di 7 anni anni che implora la madre: "MAMMA TI PREGO PORTAMI VIA!". Una voce disperata che non spezza il cuore, lo frantuma.
Di queste vicende non se ne parla, ma è un crimine che si perpetua in nome della legge.
Spero che aderiate in tanti al sit-in che avrà luogo Sabato 31 Marzo in Piazza San Pietro a Roma e che condividiate la storia di Federica.
Minori, caso Federica Puma: il Tribunale prende altro tempo
Un conflitto tra genitori che ricade sulle spalle di una bambina di 7 anni. La madre, Federica, chiede l'affidamento della piccola che da quattro mesi vive in una casa famiglia. I giudici hanno richiesto una nuova consulenza tecnica d’Ufficio A. CARBONE
Oggi per Federica Puma e per la sua famiglia è stata la giornata dell’attesa e della speranza. Con gli abiti semplici, la faccia pulita e gli occhi imploranti, Federica ha aspettato la sentenza nella quale avrebbe dovuto essere decisa la messa in libertà della sua bambina. Accanto a lei altri genitori, anch’essi vittime di un sistema giudiziario che, per cause ancora da accertare, deve essersi inceppato.
La sentenza arriva alle ore 16 circa, dopo quasi 3 ore di udienza . Il finale è amaro. I giudici si sono riservati di pronunciarsi. Hanno richiesto una nuova Consulenza Tecnica d’Ufficio. L’ennesima, rimandando la loro decisione a data imprecisata.
Intanto la piccola che chiameremo Anna (nome di fantasia), resterà ancora prigioniera mentre la sua mamma continuerà a piangere tutta l’ingiustizia che sta subendo. Anna è nata 7 anni fa dall’unione di Federica con un pediatra romano, all’epoca 46 enne. Una vita apparentemente normale la loro. Un’unione che dopo poco tempo comincia a vacillare. Anna aveva solo 23 giorni quando l’uomo decide di cacciare via di casa, sia lei, sia la sua mamma. Da quel giorno inizia l’incubo per Federica, 33 enne di Milano, alla quale non resta altro che tornare dai genitori, ben contenti di supportarla e di ospitarla in casa. Quegli stessi genitori che oggi la sostenevano in Tribunale e che chiedono a gran voce di poter riabbracciare la loro nipotina.
LA BAMBINA VUOLE TORNARE A CASA - Da 4 mesi Anna vive in una casa famiglia, piange e si dispera perché vuole tornare a casa, con la sua mamma, con i suoi nonni, dai suoi affetti e dai suoi giochi. Per tutta la giornata, davanti al tribunale, una registrazione manda in onda l’ultima telefonata shock tra Anna e Federica. Parole che feriscono, pianti che commuovono.
Ma perché Anna non può stare con sua madre? Perché possono incontrarsi solo una volta a settimana e sotto la stretta sorveglianza degli assistenti sociali? Il padre di Anna ha deciso tutto ciò. Ha deciso che sua figlia non deve crescere con la madre, ma deve essere messa in una casa famiglia fino a quando non sarà adottata.
IL PADRE - Romano, 53 enne, pediatra, lavora in vari ospedali della capitale continuando tutt’oggi ad esercitare la sua professione, nonostante esista una perizia medica che gli attribuisce “disturbo di personalità di stampo narcisistico, dovuto a vuoto empatico ed affettivo, da curare in strutture cliniche idonee”.
Alcune persone che lo conoscono hanno detto a Paese Sera che il pediatra lavorava prima presso l’ospedale San Camillo di Roma e poi anche presso il Policlinico Umberto I. Ospedali dai quali è stato licenziato, pare, per aver più volte mostrato la sua personalità instabile, tendente al violento. “Esistono documenti, certificazioni e prove che attestano la sua instabilità mentale” dichiara Federica Puma e continuando, con gli occhi lucidi dichiara: “Voglio solo che il giudice liberi mia figlia”.
Il SIT-IN - Sono circa 200 le mamme, nonne e volontarie che si sono riunite stamane dinanzi all’ingresso del Tribunale dei Minorenni, in via dei Bresciani, coordinate e guidate dall’Associazione Donne per la Sicurezza Onlus. Alla presenza delle forze dell’ordine, ognuna di queste donne porta il suo contributo con striscioni, testimonianze e cori per supportare Federica. Lottano per quella che loro stesse chiamano una “giustizia senz’anima”. Barbara Cerusico e Roberta Sibaud, presidente e vice presidente dell’associazione, indossano, insieme alle altre attiviste, un velo nero. “Oggi siamo in lutto” dichiarano a gran voce, sperando di risorgere con la sentenza del giudice. Restano davanti al Tribunale per molte ore, dalle 9 del mattino fino quasi alle 17.
LA TESTIMONIANZA, “CALVARIO DENTRO UNA CASA FAMIGLIA” - Colpisce il racconto di Antonella Flati, presidente dell’Associazione Pronto Soccorso famiglie. Rinchiusa per ben 18 anni in una casa famiglia. “I primi 11 anni sono stati un inferno, tra botte, punizioni e soprusi da parte degli operatori sociali”. Poi sono cominciate le adozioni. Per 6 volte sono stata affidata a 6 famiglie diverse. Nessuna di queste era quella giusta. Il sistema non funziona. La scorsa settimana, l’associazione di Antonella ha già denunciato una casa famiglia per le manchevolezze e le situazioni di pericolo psico-fisico in cui versano i bambini ospitati. Altre 7 denunce sono pronte a partire. “I nostri figli sono lì dentro. I vostri, caro giudice, dove sono?” , termina agguerrita.
IL LEGALE DI FEDERICA - Arriva intorno alle 13.00 l’avvocato Giuseppe Lipera e dichiara: “Qui sono state violate, non solo le leggi di diritto positivo ma anche il diritto naturale. Il diritto che una bambina ha, di crescere con la propria mamma”.
L’ON. GUIDI (PDL)- Psichiatra infantile, politico ex sottosegretario al Ministero della Salute, spiega il perché della sua presenza al Tribunale. “La mia presenza qui è logica – dichiara l’onorevole Guidi - sono psichiatra infantile e vedo spesso casi di ingiustizia. Qui oggi c’è un rischio di ingiustizia molto alto”. Si scaglia contro i giudici che “privilegiano l’allontanamento dei bambini dalle loro famiglie” e il conseguente inserimento nei centri di accoglienza. “Non ho nulla contro gli operatori sociali ma voglio cercare di salvare i 32 mila bambini rinchiusi in case famiglia ed istituti. Serve una legge ad hoc, nuova, che regolarizzi il tema dell’adozione e dell’affidamento minorile. Serve una legge che garantisca la salute mentale del bambino perché troppo spesso abusi e soprusi vengono denunciati quando il soggetto è già adulto. Lottiamo per questo”.
"Fate tornare mia figlia a casa":Sit in al Tribunale dei minori
Solidarietà a Federica Puma mamma alla quale è stata tolta la bambina di 7 anni per "la conflittualità che sussisterebbe tra me e il papà". La delegata alle pari opportunità del Comune: "Adesso dovremmo ascoltare bene le ragioni della signora, comprendere la situazione, ascoltando anche i legali"
Un Sit-in di solidarietà davanti al Tribunale dei minori, in via dei Bresciani, per Federica Puma, mamma alla quale è stata tolta la figlia di 7 anni. "Il 14 dicembre mi è stata tolta la bambina per la conflittualità che sussisterebbe tra me e il papà - ha spiegato la mamma - ed è stata portata in una Casa Famiglia. Chiedo che mi venga restituita, torni a casa e sia fatto così un atto di giustizia. Sono una mamma che l'ha amata e la ama da 7 anni e non so cosa avrei potuto fare più di quello che ho fatto: andava in un'ottima scuola, stava imparando a suonare il violino e andava a danza, una bambina ben inserita socialmente".
IL SOSTEGNO - Diverse le mamme che hanno deciso di portare durante la mattina il proprio sostegno, gridando anche dalle macchine o dai motorini di passaggio per strada "Forza Federica", oltre all'associazione 'Donne per la sicurezza Onlus'. La mamma ha, inoltre, spiegato che può sentire la figlia solo tre volte alla settimana "e, se per sbaglio, la bambina - ha detto Federica Puma - chiude il telefono, non può richiamare". La mamma ha fatto ascoltare una registrazione di una telefonata con la figlia dove la figlia chiedeva, piangendo, di tornare a casa. "Siamo un Paese civile e dobbiamo credere nella giustizia. Chiedo ai magistrati di fare la cosa giusta: facciano un passo indietro, in particolare lo chiedo al giudice Cavallo che ha preso questa decisione".
LA DELEGATA PER LE PARI OPPORTUNITÀ - A parlare con Federica Puma, si è recata anche Lavinia Mennuni, delegata per le Pari opportunità di Roma Capitale: "Adesso dovremmo ascoltare bene le ragioni della signora, comprendere la situazione, ascoltando anche i legali, potremmo poi immaginare un incontro con il presidente del Tribunale dei Minori. E' chiaro che ascoltare una telefonata di questo genere non può che far rabbrividire qualunque genitore. Sono questioni in cui è necessaria la massima attenzione, soprattutto credo però dalla parte giudicante".
http://lalternativaitalia.blogspot.com/2012/03/di-laura-caselli-quella-che-segue-e-una.html
http://www.paesesera.it/Cronaca/Minori-caso-Federica-Puma-il-Tribunale-prende-altro-tempo
http://www.paesesera.it/Cronaca/Fate-tornare-mia-figlia-a-casa-Sit-in-al-Tribunale-dei-minori
http://www.paesesera.it/Cronaca/Minori-la-battaglia-di-Federica-Puma-La-bimba-Mamma-portami-a-casa