ROMA - Il presidente greco Karolos Papollias ha conferito al leader dei conservatori di Nea Demokratia Antonis Samaras l'incarico di formare un nuovo governo dopo la vittoriaelettorale. L'Europa intanto preme per un esecutivo di ampia coalizione che prosegua sulla strada delle riforme. Da Berlino però si precisa che «nessuno ha parlato di tempi per le riforme» e che «l'ultima parola su Atene ce l'ha la Troika» (Fmi, Commissione, Bce). La prossima tranche di aiuti da 31,2 mld è legata infatti alla prossima visita dei rappresentanti di Ue, Bce e Fmi ad Atene per valutare i progressi fatti.
La catastrofe per Atene e l'Europa comunque per ora sembra allontanarsi. Snche se la formazione di un governo di unità nazionale e pro-Euro per la Grecia - che pure sulla carta avrebbe i numeri per nascere subito - non sembra esattamente questione di ore. L'accelerazione è stata auspicata già ieri in serata da Ue e Usa, soddisfatti dell'esito delle urne, mentre l'euro volava ai suoi massimi da tre anni. Ma passata la grande paura di una vittoria della sinistra "anti-sistema" di Syriza, con il conteggio dei voti ancora in corso, sono già iniziate le grandi manovre.
Il Pasok, terzo partito ellenico, uscito a brandelli dalle urne ma decisivo per formare un governo di unità, ha annunciato di voler partecipare all'esecutivo di ampia coalizione, che però dovrebbe a suo avviso includere anche Syriza: una prospettiva alla quale il partito di Alexis Tsipras ha già chiuso la porta.
Il partito di Samaras, che ha già ricevuto una telefonata di complimenti da Angela Merkel e ha parlato di vittoria non solo per i greci ma «per tutta Europa», ha ottenuto 130 seggi. Uniti ai 33 dei socialisti del Pasok, consentirebbero la formazione di un governo di coalizione delle forze che vogliono mantenere il Memorandum di austerity imposto dalla Ue, pur ammorbidendolo.
I risultati definitivi. Con il 99,95% delle schede scrutinate, emerge un dato rilevante delle elezioni politiche in Grecia: ha votato solo il 62,47% degli aventi diritto. Secondo questi dati quasi definitivi del ministero dell'Interno, Nea Dimokratia ottiene il 29,66% dei voti e 129 seggi, la sinistra di Syriza il 26,89 e 71 seggi, i socialisti del Pasok il 12,28% e 33 seggi. I greci indipendenti sono al 7,51% e 20 seggi, sinistra democratica al 6,26% e 17 seggi i comunisti di K.K.E al 4, 50% e 12 seggi.
I neonazisti. Si segnala il nuovo, inquietante successo dei neonazisti di Alba Dorata, che prendono il 6,92% dei voti e 18 seggi.
Monti. «Speriamo che venga formato al più presto un governo forte in grado di rispettare gli impegni con l'Ue». Lo ha detto il premier Mario Monti conversando con i cronisti al suo arrivo a Los Cabos, in Messico, dove partecipa al G20. «Siamo solo all'inizio del G20, ma credo che le prospettive si stiano avvicinando», ha continuato Monti. «Si tratta di temi molto importanti: sapete quali sono le posizioni del governo italiano e quelle all'interno della Ue», ha aggiunto il premier. (Continua a leggere)
Ue. «I greci hanno scelto, rispettiamo la loro scelta democratica in pieno e confidiamo che i risultati delle elezioni consentano la rapida formazione di un governo»: è quanto scrivono il presidente Ue Herman Van Rompuy e quello della Commissione Josè Barroso in un comunicato congiunto. «Appoggeremo gli sforzi continui» della Grecia, e siamo impazienti di lavorare con il nuovo governo.
Gli Usa. «È nell'interesse di tutti che la Grecia resti nell'area euro rispettando gli impegni per le riforme». Lo ha detto la Casa Bianca, commentando l'esito del voto in Grecia: «Ci auguriamo - ha continuato - che le elezioni portino velocemente alla formazione di un nuovo governo» in Grecia in grado di compiere passi in avanti per il popolo
Il G20. L'Europa arriva al G20 di Los Cabos tirando un primo sospiro di sollievo: i dati che arrivano da Atene fanno sperare. Il vecchio continente sbarca da sorvegliato speciale, chiamato a dare risposte al mondo, Usa in testa, sulla sua strategia di uscita dalla crisi. Il voto in Grecia aiuterà sicuramente i leader a confrontarsi con i Grandi, portando un messaggio sulla volontà di andare avanti sulla strada segnata, quella delle riforme e dell'impegno a uscire dal baratro. Come chiede anche l'America che non ha tardato a commentare i dati che rimbalzano da Atene, parlando di «interesse comune» che resti nell'euro «rispettando le riforme». Perché il voto in Grecia - è il commento del ministro delle finanze di Angela Merkel, Wolfang Scahuble - va letto come la volontà dei greci di riforme profonde.
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