"Un tubo lungo 30 centimetri che permette di scoprire i tumori non appena cominciano a formarsi. Una sonda elettromagnetica che vede qualsiasi infiammazione dei tessuti. Un esame che dura appena 2-3 minuti, non è invasivo, non provoca dolore o disagi al paziente, e fornisce immediatamente la risposta." Questa la breve descrizione di una macchina che individua i tumori, prodotta da una azienda che ha cessato la sua attività 4 anni fa.
Clarbruno Vedruccio - laureato in fisica e in ingegneria elettronica negli Stati Uniti - ha inventato il bioscanner mentre stava lavorando su tecnologia militare per le forze armate italiane. "Nel 1985 collaboravo col battaglione San Marco. - racconta lo stesso professore - Mi fu chiesto se ero in grado di mettere a punto una tecnologia per intercettare i pescatori di frodo che di notte approdavano sull’isola di Pedagna, zona militare al largo di Brindisi (…) Stavo lavorando a una specie di radar antiuomo, come quelli che gli americani usavano in Vietnam. (...) Volevo sperimentare la possibilità di usare l’elettromagnetismo anche per rintracciare le mine antiuomo sepolte nel terreno: il rilevatore registrava qualsiasi discontinuità nella compattezza della sabbia fino a 20 centimetri di profondità. Mentre ero nel mio laboratorio, notai che sugli analizzatori di spettro una delle tre righe spettrali spariva completamente ogniqualvolta mi avvicinavo al banco di prova. Strano. Quel giorno avevo ingurgitato un panino col salame in treno ed ero in preda a una gastrite terribile. Mi si accese una lampadina in testa. Chiamai Enrico Castagnoli, ex radarista della Marina, mio vicino di casa, e gli chiesi come si sentisse in salute. “Benone”, mi rispose. Ripetei la prova su di lui: nessuna variazione di spettro. La conferma che cercavo." Ecco la spiegazione semplice di una scoperta tanto importante. E per comprendere ancor meglio il procedimento del bioscanner, Vedruccio aggiunge: "I tessuti sani hanno una capacità elettrica più bassa, quelli infiammati più elevata, quelli oncologici ancora maggiore. In pratica il mio bioscanner consente di fare una specie di biopsia elettromagnetica, quindi incruenta, dei tessuti biologici, grazie a tre frequenze in banda Uhf, intorno ai 460, ai 920 e ai 1350 megahertz. In particolare, il segnale sulla prima frequenza interagisce con le formazioni tumorali maligne, evidenziando un abbassamento della riga spettrale".
Alla domanda se l’apparecchio che ha realizzato è in grado di individuare qualsiasi tipo di tumore, l’ingegnere elettronico risponde con estrema chiarezza: "A eccezione delle leucemie. Ma i tumori solidi su cui abbiamo indagato li ha letti tutti. Ho visto alcuni carcinomi del seno con due anni d’anticipo sull’ecografia e sulla mammografia". E riporta la percentuale di attendibilità della macchina in relazione al tipo di tumore. "Il bioscanner ha l’omologazione dell’Istituto superiore di sanità, che ne ha attestato la non nocività. Per ogni organo occorre poi una procedura di validazione presso enti accreditati dal ministero della Salute. Per le ovaie la sperimentazione avviata dall’Istituto nazionale dei tumori di Milano ha dimostrato un indice di sensibilità del 91%, il che è particolarmente confortante, trattandosi di una neoplasia che non dà sintomi e in genere viene scoperta quando vi sono già le metastasi. Nello stesso istituto sono stati testati i tumori del retto: siamo sull’89% di attendibilità. Le prove per la tiroide e lo stomaco-duodeno, eseguite nelle Università di Catanzaro e Genova e nell’ospedale maggiore della Marina militare a Taranto, si sono rivelate esatte al 90% e in due casi al 100%. I tumori della vescica, testati all’ospedale Vito Fazi di Lecce, hanno restituito un dato sicuro nell’89,5% dei casi. Per la prostata e il seno siamo al 72%". L’intervistatore a questo punto domanda: "Il margine d’errore a che cos’è dovuto?" e Vedruccio risponde: "All’imperizia di chi esegue l’esame e alla fallibilità di tutti i sistemi diagnostici. Non dimentichiamo che anche un ecografo può sbagliare nel 45% dei casi: tanto varrebbe buttare in aria una monetina e fare a testa o croce. Da uno studio pubblicato sulla rivista Urology nel 2008, e relativo alla diagnostica della prostata, risulta che il bioscanner ha offerto un’accuratezza del 72% contro il 55% di un’ecografia transrettale, tanto invasiva quanto fastidiosa".
Le indicazioni sono molto incoraggianti, verrebbe da pensare che ogni ospedale abbia ordinato la sonda Trimprob ma l’inventore ci riporta drammaticamente alla realtà. "Se il Trimprob fosse dato in dotazione ai medici di base, si risparmierebbero miliardi di euro spesi per accertamenti diagnostici spesso inutili. Purtroppo è presente solo in 50 ospedali sui circa 2.000 esistenti in Italia. (…) Si trova in Giappone, Brasile, Malesia, Turchia, Iran, Regno Unito, Francia, Belgio. Ma (…) la Galileo Avionica ha smesso di produrlo e io mi ritrovo a pagare le spese per il mantenimento del brevetto internazionale dalla Cina al Sudafrica, dall’India al Canada. Si tratta di costi largamente superiori al mio stipendio". Siamo basiti. Il professore con convinzione e coraggio paga caramente il mantenimento dei brevetti, una decina arrivando a pagare non meno di 100 mila euro all’anno. "L’esame dura poco o niente, non vi è un’esposizione cronica e la frequenza ha uno spettro di assorbimento selettivo sui tessuti infiammati, non su quelli sani. Il Trimprob utilizza una potenza 100 volte inferiore a quella dei cellulari: 10 milliwatt contro 2 watt. Però bisogna essere onesti: l’industria non ha alcun interesse a divulgare le indagini che invitano ad applicare il principio di precauzione all’elettromagnetismo." Che cosa significa? Noi siamo bombardati da onde: cellulari, radio, televisori. Se le cellule assorbono le onde, come potrebbero le industrie continuare a produrre strumenti che le emettono? E per giunta senza pagare dazio, liberi di reclamizzare ogni prodotto, di metterlo in mano anche ai bambini. La storia si ripete, l’abbiamo già visto. Un esempio che viene alla mente? Il fumo, le sigarette. Cancro sì, cancro no. E intanto la gente si abituava a fumare e si ammalava. E intanto molti si arricchivano. I bioscanner ora in uso in Italia non saranno eterni e - in assenza di una azienda produttrice - non saranno sostituiti. Quante persone esiteranno prima di decidersi per una biopsia, quante persone non verranno sottoposte agli esami tradizionali perché costosi. La verità prima o poi emergerà, ma nel frattempo - ancora - qualcuno sta facendo affari d’oro. Ma forse il mistero verrà svelato. Forse le nostre domande infrangeranno il silenzio, complice di ogni delitto irrisolto, forse il nostro pensiero farà abbastanza rumore. Per chi volesse saperne ancora e di più, basta cliccare qui per accedere al sito di Vedruccio.
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