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  • Il dramma dei dirigenti PD: "con le preferenze molti di noi a rischio"

    giovedì 26 luglio 2012


    Dopo mesi di trattative, incontri, proposte, la riforma del Porcellum è ancora bloccata dai veti incrociati dei partiti: a differenza degli altri paesi del mondo dove il sistema elettorale è qualcosa di inemendabile quasi come i trattati costituzionali (da qui le definizioni "modello tedesco", "modello francese", "modello spagnolo"), qui in Italia i signori della casta manomettono il sistema elettorale a distanza in media anche di meno di 10 anni.
    Lo squallore di questi personaggi è che il loro impegno riformistico-elettorale è volto non certo al bene del paese e al benessere dei cittadini, ma solo a pianificare il miglior modo per fregare la gente.
    Eccoli dunque a studiare a tavolino quale è il miglior congegno elettoralistico in grado di garantiere più seggi con meno voti.
    Quelli che rivestono ultimamente il ruolo più viscido e meschino sono i signori delle tessere del PD: rifiutano come la peste le preferenze perchè, da alcuni sondaggi commissionati dal loro ufficio elettorale, hanno verificato l'incapacità pur minima di ragrannellare qualche migliaio di cittadini disposti a mettere il loro nome sulla scheda elettorale.
    Gli stessi sondaggi dimostrano che, con il sistema dei collegi, essendo all'elettore preclusa ogni scelta se non il nero e il bianco, ed essendo loro nella possibilità di scegliersi per loro stessi i collegi più garantiti e sicuri (come ad esempio quelli della Toscana e dell'Emilia rossa), i vari Walter Veltroni, Massimo D'Alema, Enrico Letta, Giuseppe Fioroni, verrebbero tranquillamente rieletti, senza nemmeno doversi scomodare più di tanto.

    http://isegretidellacasta.blogspot.com/

     
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