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  • SCOPERTO UN SISTEMA PLANETARIO SIMILE A QUELLO SOLARE

    domenica 29 luglio 2012


    PROPRIO COME SUCCEDE NEL NOSTRO SISTEMA

    Pianeti che ruotano attorno alla loro stella con un’orbita allineata all’equatore. Il sosia del sistema solare
    E’ stato scoperto un sosia del Sistema Solare, i cui pianeti ruotano intorno alla loro stella con una configurazione simile a quella del nostro sistema planetario. Descritti sulla rivista Nature, i pianeti orbitano intorno alla stella chiamata Kepler-30 simile al Sole. La scoperta si deve a un gruppo di ricerca statunitense coordinato da Roberto Sanchis-Ojeda, del Massachusetts Institute of Technology (Mit) ed è stata possibile grazie al telescopio spaziale Kepler della Nasa, che ha scoperto i tre mondi extrasolari mentre transitavano davanti alla loro stella. E’ la prima volta che viene scoperto un sistema planetario di questo tipo e il risultato potrà aiutare a far luce sulle condizioni che determinano l’architettura di un sistema planetario. I pianeti sono stati chiamati Kepler-30b, Kepler-30c, Kepler-30d e sono tutti più grandi della Terra: hanno un raggio superiore di circa 4 volte, 13 e 10 volte quello del nostro pianeta. Come accade nel Sistema Solare, i pianeti hanno un’orbita allineata all’equatore solare, presumibilmente, spiegano gli esperti, per la loro formazione da un unico disco gassoso. In molti sistemi extrasolari, invece, i pianeti non hanno questa disposizione e presentano orbite non allineate con l’equatore stellare probabilmente a causa di caotiche interazioni dei pianeti durante la loro formazione o a causa di influenze dovute a stelle vicine. Un esempio per tutti sono i cosiddetti ‘Giove caldi’, pianeti giganti che orbitano vicino alle loro stelle, spesso disallineati con l’equatore stellare e alcuni con orbite retrograde, ossia che ruotano in senso opposto alla loro stella. Il fatto che alcune orbite planetarie possono essere perfettamente allineate con il piano dell’equatore della loro stella, mentre altre sono allineate ‘selvaggiamente’ dimostra, secondo gli autori della ricerca, che abbiamo ancora molto da imparare circa la formazione e l’evoluzione delle orbite dei pianeti.

    Fonte: Ansa – http://www.cadoinpiedi.it

     
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