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  • Gli avvocati No Tav scrivono a Napolitano

    lunedì 25 luglio 2011


     
    Onorevole Presidente, 
     
    siamo solo alcuni dei tanti avvocati di Torino che si sono offerti di analizzare giuridicamente l'annosa questione della Nuova Linea Ferroviaria ad Alta Velocità Torino Lione (di seguito TAV).
    Eravamo presenti alla manifestazione del 3 u.s. insieme ad altri Colleghi e ciò nel tentativo di assistere il corteo pacifico dei cittadini della Valle di Susa.

    Eravamo presenti anche nel momento più difficile della giornata. Oltre all'acre odore dei lacrimogeni, era presente un forte odore di fallimento. Ci permettiamo di indicarLe che la politica istituzionale, a nostro sommesso avviso, è responsabile di non aver voluto ascoltare il merito delle ragioni poste a base della critica al TAV, quale opera indispensabile e necessaria, e di aver fortemente limitato e, in alcuni casi, escluso, le rappresentanze istituzionali della valle dal processo di formazione della volontà politica sulla necessità dell'opera.


    Il fallimento della politica è risultato evidente. La richiesta bipartisan di neutralizzare le sempre più manifeste e diffuse ragioni del dissenso attraverso la delega alle forze dell'ordine a risolvere il conflitto ha trasformato in un problema di ordine pubblico un problema di natura squisitamente politica.

    L'art. 97 della nostra Costituzione, di cui Ella è custode, impone alla Pubblica Amministrazione di realizzare esclusivamente gli interessi pubblici secondo criteri di imparzialità, economicità, rapidità, efficacia, efficienza e ciò attraverso una reale ponderazione dei vari interessi in conflitto.

    Nel caso del TAV manca il primo presupposto dell'azione della P.A. ossia l'interesse pubblico, e non averlo preso in considerazione, attraverso un reale e leale contraddittorio tra le parti, costituisce una palese violazione dell'art. 97 della nostra Costituzione.

    Il predetto presupposto legislativo è contenuto nell'art. 1 del trattato Italia Francia del 2001, ratificato dal nostro Parlamento con la legge n.228 del 27.9.2002.
    Così si legge nell'articolo 1 del trattato:
    "I Governi italiano e francese si impegnano, in applicazione al presente Accordo, a costruire o a far costruire le opere della parte comune italo-francese necessarie alla realizzazione di un nuovo collegamento ferroviario misto merci viaggiatori tra Torino e Lione la cui entrata in servizio dovrebbero aver luogo alla data di saturazione delle opere esistenti."

    Da quanto si legge il presupposto è costituito dalla saturazione della attuale linea ferroviaria (già a doppio binario). Ad avviso di alcuni tra i più autorevoli esponenti del mondo accademico italiano (Prof. Claudio Cancelli, Prof. Angelo Tartaglia, Prof. Andrea Debernardi, Prof. Marco Ponti) l'attuale linea ferroviaria risulta essere lontanissima dalla saturazione e non si prevede che questa si verifichi nei prossimi 50 anni.
    Anzi, assistiamo ad un continuo decremento dei traffici Italia -Francia (sia merci che passeggeri) a far data dal 2001.
    Ci preme indicarLe che ognuno dei predetti ha svolto distinte relazioni.

    Anche lo studio realizzato dall'Istituto Bruno Leoni, denominato "Tav, le ragioni liberali del no" risulta essere illuminante, nello stralcio che segue:

    "L'inesistenza di una domanda di trasporto, passeggeri e merci tale da giustificare la realizzazione della linea ad alta velocità trova riscontro nel fatto che non vi è alcun soggetto privato disposto ad investire le proprie risorse nel progetto, che sarebbe quindi finanziato interamente a carico del contribuente"

    Onorevole Presidente, queste nostre brevi osservazioni, facilmente verificabili attraverso i Suoi Consiglieri, ben potranno condurLa ad una eventuale richiesta di leale e reale confronto delle contrapposte ragioni sulla necessità dell'opera tale da ridurre l'attuale contrapposizione.
    All'uopo siamo convinti che una breve audizione del Presidente della Comunità Montana Valle di Susa e Val Sangone e un portavoce del movimento valsusino ben potrebbe essere di ausilio sia per comprendere le ragioni del dissenso dei cittadini della Valle di Susa, sia per far sentire gli stessi meno isolati dal resto della Nazione.

    Siamo grati in anticipo dell'attenzione che vorrà concedere a questa nostra.
    Con osservanza.

    Avv. Fabio Balocco

    Avv. Massimo Bongiovanni

    Avv. Valentina Colletta

    Avv. Maurizio Cossa

    Avv. Elena Cristaldi

    Avv. Emanuele D'Amico

    Avv. Vincenzo Enrichens

    Avv. Danilo Ghia

    Avv. Sveva Insabato

    Avv. Marco Ugo Melano

    Avv. Federico Milano

    Avv. Cristina Patrito

    Avv. Enzo Pellegrin

    Avv. Veronica Rosso

    Avv. Gianluca Vitale










    fonte
    http://www.nuovasocieta.it/attualita/27951-gli-avvocati-no-tav-scrivono-a-napolitano.html

     
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