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  • Perù: accesso ai servizi per la salute per tutte le donne

    domenica 31 luglio 2011


    Perù, donne in fila per entrare in un ambulatorio a Huancavelica©Amnesty International
    Perù, donne in fila per entrare in un 
    ambulatorio©Amnesty International
    Il Perù continua a essere uno dei paesi con il più alto tasso di mortalità materna di tutta l'America Latina. Secondo le stime del governo, 185 donne ogni 100.000 nascite perdono la vita per conseguenze legate al parto o alla gravidanza; dati più recenti delle Nazioni Unite, invece, parlano di 240 donne ogni 100.000 nascite. A morire sono soprattutto le donne native e povere che vivono in aree rurali. La maggior parte di queste morti potrebbe essere evitata attraverso cure mediche accessibili e di qualità.
    Uno dei problemi che le donne incinte devono affrontare è la distanza tra le abitazioni e i centri sanitari. Nelle zone rurali non ci sono strade sicure né mezzi di trasporto per raggiungere i centri in caso di emergenza. Inoltre, quando riescono ad arrivare in tempo, spesso queste strutture mancano di strumentazione necessaria, di medicinali e di personale medico in grado di assistere le donne che presentano complicazioni; inoltre, il personale parla solo lo spagnolo, non permettendo così alle donne native di capire e di essere capite.
    Una delle cause della mortalità materna in Perù è collegata agli alti livelli di povertà. Sebbene il tasso complessivo di povertà nel paese sia diminuito del 36,2 per cento negli ultimi anni, in alcuni dipartimenti è ancora molto elevato, raggiungendo addirittura l'88 per cento, ad esempio a Huancavelica, la città più povera del Perù, dove otto persone su 10 vivono in povertà estrema.

    Il 28 luglio si insedierà il nuovo presidente del Perù, Ollanta Humala al quale Amnesty International chiede un impegno urgente nella prevenzione e riduzione della mortalità materna.
    Tutte le firme raccolte entro il 10 settembre, saranno consegnate dalla Sezione Peruviana di  Amnesty International al nuovo governo.
    Egregio presidente Ollanta Humala,

    sono un simpatizzante di Amnesty International, l'Organizzazione internazionale che dal 1961 lavora per difendere i diritti umani in ogni parte del mondo in cui vengono violati.

    Visto che sta per assumere l'incarico di presidente del Perù, la esorto a proseguire con gli sforzi che il governo precedente ha fatto negli ultimi anni per ridurre il tasso della mortalità materna, al fine di garantire alle donne native e a quelle povere residenti nelle zone rurali un miglior accesso ai servizi per la salute di prima necessità.

    Come Lei certamente saprà, sono centinaia le donne native e povere che ogni anno muoiono in Perù per cause collegate alla gravidanza, al parto o al post-parto e perché non riescono ad accedere ai servizi per la salute materna, che potrebbero invece salvare loro la vita.

    Le chiediamo di garantire l'accesso a servizi per la salute materna di qualità a tutte le donne, in particolare a quelle che vivono nelle comunità con un alto tasso di mortalità materna. Le attuali iniziative per la prevenzione e la riduzione della mortalità materna devono essere attentamente pianificate, destinando risorse adeguate e definendo chiaramente le responsabilità.

    La sollecitiamo, inoltre, a impegnarsi nell'eliminazione delle barriere economiche, fisiche e culturali che impediscono alle donne povere delle zone rurali e a quelle native di accedere ai servizi essenziali per la salute materna, tra cui i servizi ostetrici d'urgenza.

    La ringraziamo per l'attenzione.

     
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