Di Roberto Galullo per ilsole24ore.com
Il rischio secessione soffia da Cagliari e non solo dalla sede della Lega Nord di Via Bellerio a Milano. Per la prima volta nella storia italiana una Regione sottoporrà a verifica le ragioni della permanenza nello Stato, il fisco, il sistema dei diritti e dei doveri, gli obblighi di sussidiarietà e leale collaborazione tra istituzioni. In altre parole: le ragioni dello stare insieme.
Con 31 voti favorevoli e 25 contrari ieri il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato l'ordine del giorno presentato da Partito sardo d'azione, Sel, Udc, Fli, Idv, Api. Ha votato a favore una parte del Pdl e contro tutto il PD e i Riformatori.
Ecco cosa dice l'ordine del giorno approvato: "Il Consiglio regionale, preso atto delle ripetute violazioni dei principi di sussidiarietà e di leale collaborazione da parte del Governo e dello Stato italiano nei confronti della Regione Sardegna, delibera di avviare una sessione speciale di lavori, aperta ai rappresentanti della società sarda, per la verifica dei rapporti di lealtà istituzionale, sociale e civile con lo Stato, che dovrebbero essere a fondamento della presenza e della permanenza della regione Sardegna nella repubblica italiana".
«Accadrà tutto in modo pacifico e legale e senza esiti precostituiti. Per la prima volta la Sardegna giudicherà l'Italia, senza separatismi, senza eversione – si legge nel sito del Partito sardo d'azione - ma solo ponendo sul piatto una questione semplice: stare in uno Stato comporta la vigenza di un patto equilibrato e giusto, quale oggi questo patto non è. Adesso, per lo meno, se ne parla. L'altra novità è che il tema Sardegna attraversa gli schieramenti, si radica soprattutto nelle forze libere dal dogmatismo bipolare e scompagina le appartenenze per crearne di nuove e di più fresche. Da qui si deve partire per costruire una novità».
Roberto Galullo
Fonte: www.ilsole24ore.com
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SARDEGNA,AL VIA LA RACCOLTA FIRME PER CHIEDERE L'INDIPENDENZA DELLA REGIONE.PRONTO UN REFERENDUM CONSULTIVO.

È iniziata a Porto Torres in piazza del Comune la raccolta delle firme per il referendum regionale consultivo per l'indipendenza della Sardegna. Nella mattinata di sabato sono state raccolte oltre 300 firme. Domenica a Lodine, con a capo il sindaco Francesco Bassu, hanno firmato il referendum oltre il 35 per cento dei cittadini.
«Il 4 febbraio saremo a Tresnuraghes per poi continuare in tutti i 377 Comuni della Sardegna» ha dichiarato Doddore Meloni, leader del Partitu indipendentista Sardu-Malu Entu. Per raggiungere l'indipendenza della Sardegna si avvalgono di 2 leggi: la n. 848 del 17 agosto del 1957 di ratifica della Carta delle Nazioni Unite, e la n. 881 del 25 ottobre 1977 di ratifica ed esecuzione del Patto di New York. «Vogliamo illustrare le ragioni del nostro referendum - dice uno dei promotori, Pino Giordo - chiediamo a tutti i sardi se sono d'accordo in base al diritto internazionale delle Nazioni Unite, al raggiungimento della libertà del popolo sardo con l'indipendenza, sulla falsariga della Catalogna e della Scozia. In un momento drammatico come questo la Sardegna deve staccarsi da un Italia che non esiste più e da un Europa che potrebbe fallire - continua Giordo - è nostra intenzione quella di far nascere l'Europa dei popoli del Mediterraneo, con la nostra isola che deve avere un ruolo centrale nei rapporti con l'Africa e i paesi occidentali. Pino Giordo è stato anche fra i i promotori della svolta indipendentista del Psd'az nel congresso di Porto Torres negli anni 80, e successivamente autore del blitz a Fiume Santo con il momentaneo blocco della centrale, e della protesta conclusa con il sacco di carbone riversato sull'allora sottosegretario all'ambiente Vittorio Calzolaio. «È intenzione del movimento indipendentista raccogliere oltre centomila firme entro maggio, con gli altri movimenti indipendentisti ma con una sola bandiera, quella dei quattro mori, per chiedere il totale distacco della Sardegna dall'Italia».
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