Corse a ritirare i soldi dalle banche mentre la stampa tedesca rilancia l'urgenza di nuovi aiuti ad Atene
Atene, 13 giu. (TMNews) - La Grecia ha circa 2 miliardi di euro per pagare stipendi e pensioni fino al prossimo 20 luglio. E' quanto si legge oggi sul quotidiano greco Kathimerini, che non cita fonti, ma altri media greci hanno riportato la stessa notizia alla luce del resoconto fatto ieri dal ministro delle Finanze al partito della sinistra radicale, Syriza, indicato come possibile vincitore alle elezioni in programma domenica prossima. Il ministero delle Finanze non ha voluto commentare.
E mentre si segnalano corse ai bancomat ellenici per ritirare contante, la stampa tedesca rincara la dose sostenendo che la Grecia avrà comunque bisogno di un nuovo piano di aiuti, afferma il settimanale tedesco Die Zeit, perché anche se non rimettesse in discussione gli impegni presi per gli aiuti già ricevuti - ipotesi peraltro molto incerta - ha accumulato un tale ritardo sulle misure previste, in particolare aumento delle entrate fiscali e privatizzazioni, che saranno necessari altri capitali freschi. E "per alcune decine di miliardi di euro", secondo il settimanale tedesco che cita fonti finanziarie e governative. Parallelamente la stampa ellenica ipotizza a sua volta che il paese abbia liquidità sufficienti a coprire le sue necessità solo fino al 29 giugno.
Intanto lo spettro di una uscita del paese dall'euro ha innescato nuove paure nel paese, rischiando di generare fughe di capitali e corse a ritirare i depositi bancari. Oggi l'agenzia Fitch avverte delle pesanti ricadute che le banche del paese subirebbero in uno scenario simile. Reportage allarmistici che però non sembrano spaventare la borsa di Atene, che mette a segno un più 2,52 per cento mentre il resto dei mercati europei è coinvolto da nuove debolezze.
Nel 2010 la Grecia ha ottenuto un primo piano triennale di aiuti da 110 miliardi di euro, ma nell'estate dello scorso anno, quando divenne evidente che non sarebbe bastato, ha ottenuto un nuovo piando da 130 miliardi che coprirebbe le sue necessità fino al 2015. Il condizionale è d'obbligo perché dopo le recenti elezioni, e il caos politico che ne è scaturito, tanto da provocarne la ripetizione domenica prossima, c'è il rischio che Atene voglia rimettere in discussione gli impegni presi in cambio degli aiuti. Ha sottoscritto di osservare un programma a tappe serrate su risanamento dei conti e riforme economiche, e se questo venisse interrotto anche le linee vitali garantite da Ue e Fmi verrebbero meno. A quel punto, senza i soldi per pagare pensioni, salari pubblici e le spese più basilari, lo scenario di una uscita ruvida dall'euro si farebbe più concreto.
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