Scontano l'esposizione ai Btp, al rialzo dei tassi e al peso del debito sovrano del paese, che Deutsche Bank definisce una "minaccia potenzialmente letale". Valori di mercato a prezzi infimi.CHART Ftse Italia Banche: negli ultimi 12 mesi -56,28%.
Roma - Banche italiane in pericolo, il loro valore di mercato non smette di crollare dagli inizi dell'anno. Motivo: i sell off continui che colpiscono il settore, esposto al mercato dei titoli di stato italiani, dunque al problema debito Italia. Dagli inizi del 2012 i numeri sulla performance dei titoli bancari scambiati sul Ftse Mib sono da vero bollettino di guerra.
Il valore di mercato di Unicredit, tanto per fare un esempio, e' ormai di soli 14,2 milardi di euro e la paura per l'impatto delle norme di Basilea III unita alla crisi del settore finanzairio spagnolo stanno spingendo gli analisti a scongliare di investire nel settore. "Suggeriamo agli operatori di mantenere un approccio improntato alla cauteale sulle banche italiane, anche nel caso di un rally a breve termine", ha scritto in una nota ai clienti Kian Abouhossein, analista di JPMorgan Chase.
Tra i fattori citati dall'analista le questioni del debito sovrano, i problemi di regolamentazione sui requisiti di capitale e l'incapacita' di reperire finanziamenti sui mercati.
L'esposizione al debito sovrano italiano incomincia a fare pura: da novembre a fine aprile e' aumentata di un terzo a quota 295 miliardi, rendendo i gruppi finanziari piu' dipendenti dalla solidita' fiscale e finanziaria del governo. Ieri i rendimenti sui titoli a dieci anni sono saliti di 13 punti base a quota 6,16%, i massimi dal 31 gennaio.
D'altronde dopo il salvataggio a suon di 100 miliardi di euro della Spagna e delle sue banche, ora crescono i timori sul futuro dell'Italia. Gli analisti di Citi descrivono la gravità della situazione italiana senza usare mezzi termini, parlando di "posizione fiscale insostenibile" e di una situazione che "potrebbe diventare velocemente critica, visto che il paese è altamente vulnerabile al rischio che la crisi persista o si intensifichi". Per Citi, "l'Italia probabilmente dovrà chiedere aiuti esterni".
Severo anche il giudizio di Thomas Mayer, tecnico di Deutsche Bank, che avverte che, nel caso in cui l'Italia continuerà a far fronte a problemi di finanziamento sui mercati (e questo sta già accadendo, visto che i costi per rifinanziare il debito sono in forte crescita), allora l'Unione europea potrebbe trovarsi di fronte a una minaccia potenzialmente letale".
Detto questo, la situazione creditizia degli istituti italiani ricorda piu' da vicino quella del Giappone e non quella della vicina Spagna, come gia' sottolineato dall'agenzia di rating Fitch. Anche perche', al contrario dei principali gruppi iberici, il settore nostrano non e' esposto alla bolla della speculazione immobiliare.
Ecco dunque che si spiega la situazione critica del settore bancario, descritta chiaramente dai numeri, i quali non lasciano spazio a interpretazioni alternative. In generale, l'indice settorialeFtse Italia Banche ha registrato negli ultimi 12 mesi un calo del -56,28%, scendendo nell'ultimo mese di quasi -10%.
Banco Popolare - Nell'ultimo mese le quotazioni hanno fatto -8,75%, perdendo in un anno -42,57%.
MPS - Nell'ultimo anno valore più che dimezzato, con perdite -69,80%. Ultimo mese: -19,67%.
Banca Popolare di Milano - Calo -6,54% in un mese, in un anno -37,80%.
Intesa SanPaolo - In un anno le quotazioni hanno perso -42,48%; nell'ultimo mese flessione -5,41%. Ultimi sei mesi: -15,79%.
Unicredit - Tonfo del titolo, in un anno -75,19%. In un mese -13,87%, negli ultimi sei mesi -51,20%.
Ubi Banca - Titolo -45% a un passo, -23,39% in 6 mesi, -5,68% a 1 mese.
Il valore di mercato di Unicredit, tanto per fare un esempio, e' ormai di soli 14,2 milardi di euro e la paura per l'impatto delle norme di Basilea III unita alla crisi del settore finanzairio spagnolo stanno spingendo gli analisti a scongliare di investire nel settore. "Suggeriamo agli operatori di mantenere un approccio improntato alla cauteale sulle banche italiane, anche nel caso di un rally a breve termine", ha scritto in una nota ai clienti Kian Abouhossein, analista di JPMorgan Chase.
Tra i fattori citati dall'analista le questioni del debito sovrano, i problemi di regolamentazione sui requisiti di capitale e l'incapacita' di reperire finanziamenti sui mercati.
L'esposizione al debito sovrano italiano incomincia a fare pura: da novembre a fine aprile e' aumentata di un terzo a quota 295 miliardi, rendendo i gruppi finanziari piu' dipendenti dalla solidita' fiscale e finanziaria del governo. Ieri i rendimenti sui titoli a dieci anni sono saliti di 13 punti base a quota 6,16%, i massimi dal 31 gennaio.
D'altronde dopo il salvataggio a suon di 100 miliardi di euro della Spagna e delle sue banche, ora crescono i timori sul futuro dell'Italia. Gli analisti di Citi descrivono la gravità della situazione italiana senza usare mezzi termini, parlando di "posizione fiscale insostenibile" e di una situazione che "potrebbe diventare velocemente critica, visto che il paese è altamente vulnerabile al rischio che la crisi persista o si intensifichi". Per Citi, "l'Italia probabilmente dovrà chiedere aiuti esterni".
Severo anche il giudizio di Thomas Mayer, tecnico di Deutsche Bank, che avverte che, nel caso in cui l'Italia continuerà a far fronte a problemi di finanziamento sui mercati (e questo sta già accadendo, visto che i costi per rifinanziare il debito sono in forte crescita), allora l'Unione europea potrebbe trovarsi di fronte a una minaccia potenzialmente letale".
Detto questo, la situazione creditizia degli istituti italiani ricorda piu' da vicino quella del Giappone e non quella della vicina Spagna, come gia' sottolineato dall'agenzia di rating Fitch. Anche perche', al contrario dei principali gruppi iberici, il settore nostrano non e' esposto alla bolla della speculazione immobiliare.
Ecco dunque che si spiega la situazione critica del settore bancario, descritta chiaramente dai numeri, i quali non lasciano spazio a interpretazioni alternative. In generale, l'indice settorialeFtse Italia Banche ha registrato negli ultimi 12 mesi un calo del -56,28%, scendendo nell'ultimo mese di quasi -10%.
Banco Popolare - Nell'ultimo mese le quotazioni hanno fatto -8,75%, perdendo in un anno -42,57%.
MPS - Nell'ultimo anno valore più che dimezzato, con perdite -69,80%. Ultimo mese: -19,67%.
Banca Popolare di Milano - Calo -6,54% in un mese, in un anno -37,80%.
Intesa SanPaolo - In un anno le quotazioni hanno perso -42,48%; nell'ultimo mese flessione -5,41%. Ultimi sei mesi: -15,79%.
Unicredit - Tonfo del titolo, in un anno -75,19%. In un mese -13,87%, negli ultimi sei mesi -51,20%.
Ubi Banca - Titolo -45% a un passo, -23,39% in 6 mesi, -5,68% a 1 mese.