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    Scie chimiche - Il progetto RFMP (Video)

    giovedì 26 luglio 2012



    Sempre più spesso vengono segnalati elicotteri neri privi di contrassegni che evoluiscono sopra i centri abitati anche a quote relativamente basse. Gli elicotteri, dotati di strani congegni, sono osservati soprattutto dopo massicce irrorazioni chimiche.

    Molti si chiedono quali possano essere i motivi di questi voli, in aree in cui non erano mai stati avvistati elicotteri militari. Compiendo ricerche nell'ambito della questione relativa alle scie chimiche, i cui scopi sono molteplici, essendo le chemtrails un'arma polivalente, crediamo di poter spiegare almeno una delle ragioni per cui questi aeromobili sorvolano spesso le zone urbane e rurali.

    Esiste un progetto della Marina militare statunitense denominato RFMP, ossia "Pianificatore delle frequenze radio di missione". RFMP è il nome di sistema dato ad un gruppo di programmi informatici. Uno dei sottoprogrammi, nell'ambito di tale sistema, è il VRTPE che consente di osservare su un monitor il campo di battaglia in una configurazione tridimensionale. Il sistema RFMP dipende dai satelliti per ricavare e caricare le immagini del terreno di combattimento, per poi combinarle con l'immagine ripresa a terra, producendo così rappresentazioni tridimensionali. Il sistema RFMP funziona adeguatamente solo sull'acqua e lungo le linee di costa, ma non sulle masse terrestri, perché il radar per operare al meglio, ha bisogno di condizioni atmosferiche particolari. I militari hanno risolto questo problema, impiegando squadriglie di aerei che rilasciano nell'atmosfera una miscela di sali di bario, così da creare un canale per le frequenze radio. Ciò produce un ambiente adatto alla trasmissione di onde radio per il sistema RFMP/VTRPE. Questa tecnologia è stata usata dalla Marina statunitense sia in Arabia Saudita sia in Iraq."

    Sembra quindi di poter concludere che gli elicotteri, attraverso dispositivi ad hoc, riprendono e registrano immagini tridimensionali del territorio. Tracciano mappe di aree, nel quadro di simulazioni belliche, in vista di futuri conflitti? Pare di sì. Vengono realizzate raffigurazioni tridimensionali delle regioni in cui precedentemente sono stati sparsi i sali di bario. Tali regioni appartengono al Nord America, all'Europa, all'Australia, all'Asia...: non vorremmo neanche prendere in considerazione l'agghiacciante ipotesi di un teatro bellico mondiale...

    Militari come cavie per controllo mentale, vaccini e microchip. Le prove nei documenti ufficiali.

    mercoledì 25 luglio 2012


    L’agenzia per la ricerca scientifica del Pentagono [DARPA] vuole impiantare dei chip nei soldati.

    La notizia è apparsa lo scorso 14 Maggio su La Stampa con il titolo: “Il progetto del Pentagono: microchip per monitorare la salute dei soldati”.

    La motivazione ufficiale, dunque, è il controllo dello stato di salute; nell’articolo leggiamo infatti:

    “Per i militari, malattie e infezioni sono la prima causa di impossibilità a combattere – più ancora delle ferite riportate – e hanno avuto storicamente un effetto più deleterio delle morti in battaglia. Poter individuare in tempo reale i soggetti più a rischio, intervenendo rapidamente con cure e terapie rappresenterebbe un vantaggio non da poco…“

    Sembrerebbe così che un progetto come questo sia nato per il bene e la tutela dei soldati.

    Eh già, sembrerebbe… Katherine Albrecht, autrice del libro “Spychips” [un saggio sulle nuove tecnologie di tecno controll], afferma difatti che “la sperimentazione di simili soluzioni su persone soggette a discipline particolari, come prigionieri e militari, è solo il primo passo verso un tracciamento degli individui più capillare”.


    Vi sembra un’affermazione troppo azzardata? Allora probabilmente siete all’oscuro degli esperimenti di controllo mentale in ambito militare.
    Tale progetto è conosciuto come progetto MK-Ultra. Su wikipedia leggiamo: “I documenti recuperati fanno supporre che la CIA abbia somministrato LSD, Fenciclidina ed elettroshock al fine di controllare le menti dei soggetti sottoposti. Le cavie erano dipendenti della CIA, personale militare, agenti governativi, prostitute, pazienti con disturbi mentali e persone comuni; il tutto con lo scopo di verificare che tipo di reazione avessero queste persone sotto l’influsso di droghe e altre sostanze.”Tutto ciò è ufficiale e dimostrabile [cit: "A partire dal 1977, oltre 20.000 documenti sono stati ufficialmente declassificati grazie al Freedom of Information Act; tra questi, anche alcuni relativi al Progetto MK-ULTRA."].

    Un altro esempio di sperimentazione sui militari è l’inoculazione di vaccini contenenti sostanze tossiche.
    Da anni si formano commissioni parlamentari per capire perché i militari si ammalano e muoiono [per leucemia, linfomi o tumori cerebrali].
    L’anno scorso la procura di Roma ha persino aperto un’inchiesta sulle morti improvvise di militari italiani; i sospetti sono subito ricaduti sui vaccini…
    Sempre nel 2011 è comparso un articolo interessante su La Nazione di Firenze: “Militari: morti sospette, il medico: “La causa è nei vaccini”. Massimo Montinari, dirigente dell’ufficio sanitario del VII reparto della Polizia mobile di Firenze, afferma che il nesso delle morti militari è con ”la vaccinoprofilassi cui vengono sottoposti periodicamente i militari, spesso inutilmente, senza controlli, senza verificare le loro condizioni cliniche e se gia’ immunizzati, e con alcune sostanze usate per la somministrazione del vaccino, che hanno un effetto cancerogeno”.

    Qui di seguito vi riporto due video-testimonianze:






    fonte

    F35,ORA BASTA: FERMATE QUESTO SPRECO DI 15 MILIARDI DI EURO!

    giovedì 19 luglio 2012


    La prima rata dell’Imu pagata nell’intera provincia di Palermo, 110 milioni e rotti di euro, non basterebbe per acquistare un solo F-35, cacciabombardiere ad alta tecnologia prodotto dalla Lockeed. Bene, anzi male, perché l’Italia di F-35 a suo tempo ne ordinò 131, per una spesa complessiva superiore ai 15 miliardi di euro.

    Finora questo mega-investimento è passato pressoché indenne attraverso tutti i decreti Tremonti e Monti di tagli più o meno lineari alla spesa pubblica, attraverso l’indignazione di una bella fetta di opinione pubblica e di decine di associazioni dalla Tavola della pace a Sbilanciamoci, ora attraverso la “spending review”. Unico risultato, l’ordine è stato ridimensionato a 90 arei, con una spesa prevista che a oggi è attestata attorno ai 12 miliardi di euro.

    In realtà, la scelta rischia di costarci ancora più caro. E’ ormai prassi costante e anche un po’ abusata agitare lo spauracchio della Grecia e della sua crisi profonda, ma se si parla di spese militari l’esempio greco è veramente paradigmatico. Negli anni della spesa pubblica a briglia sciolta della Grecia appena entrata nell’eurozona, Atene acquistò carri armati, sommergibili e caccia dalla Germania per circa tre miliardi di euro, e dalla Francia navi e elicotteri per più di 4 miliardi. Così, mentre salari e pensioni ellenici vengono tagliati del 25% e secondo l’Unicef torna nel Paese lo spettro della malnutrizione infantile, per effetto di quegli impegni la Grecia quest’anno ha visto la sua spesa militare crescere del 18% rispetto al 2011.

    Allora, pretendere qui da noi una revisione drastica del programma di acquisto degli F-35 non è, almeno non è soltanto, una richiesta di stampo pacifista. E’ soprattutto un’esigenza elementare di responsabilità verso l’Italia e verso gli italiani.

    La conferma dell’acquisto di 90 F-35, infatti, più che servire alla modernizzazione dei nostri sistemi di difesa, attiene alla storica commistione di interessi tra l’industria bellica (un bel pezzo della quale è nelle mani, oggettivamente pubbliche, di Finmeccanica) e le scelte della politica.

    L’Italia non ha nessun bisogno di 90 o 50 o 30 super-caccia bombardieri F-35, e se rinunciasse ad acquistarli non è vero che dovrebbe pagare, come sostengono taluni osservatori “interessati”, penali salatissime. L’uscita del nostro Paese dal programma non comporterebbe oneri ulteriori rispetto a quelli già stanziati e pagati per la fase di sviluppo del progetto: così prevede l’accordo fra i Paesi compartecipanti sottoscritto anche dall’Italia con la firma del 7 febbraio 2007. Al momento la nostra flotta di aerei militari conta una cinquantina di nuovissimi Eurofighter, che nel giro di pochi anni saliranno a 96, una sessantina di Amx, una settantina di Tornado aggiornati, quindici F-16 americani in affitto e sedici Harrier a decollo verticale sulle due portaerei della Marina, anch’essi aggiornati. “Aggiornati” significa che la loro vita operativa è stata prolungata almeno fino al 2025.

    Allora perché mai lo Stato italiano, nel pieno della crisi economica e nella scarsità sempre più acuta di risorse pubbliche, dovrebbe destinare svariati miliardi a un programma la cui unica, vera utilità è per la lobby dell’industria bellica?

    Del resto, l’F-35 della Lockeed è in crisi in tutto il mondo: la recessione economica da una parte, i numerosi e crescenti problemi tecnici del “prodotto” dall’altra, hanno spinto diversi Paesi, tra questi anche grandi Paesi come il Canada, a cancellare i loro ordini.

    Nel marzo 2012 un documento della Corte dei conti americana ha definito l’F-35 il più costoso fallimento della storia militare degli Stati Uniti. L’Italia faccia presto ad accorgersene, o il fallimento potrebbe contagiarci.

    *pubblicato da Europa

    http://www.articolo21.org/2012/07/f35-ora-fermatevi/


    WASHINGTON POST: USA E ISRAELE VOGLIONO SABOTARE L'IRAN CON UN VIRUS INFORMATICO

    giovedì 28 giugno 2012

    Scritto da Joby Warrick per il Washington Post
    Traduzione Free Italy

    Stati Uniti e Israele hanno congiuntamente sviluppato "Flame", un sofisticato virus informatico soprannominato appunto "l'intelligenza" che ha raccolto nelle scorse settimane numerose informazioni di intelligence in previsione dell'attacco informatico all'Iran finalizzato a rallentare la capacità del paese di sviluppare un'arma nucleare,secondo quanto affermato in segreto dagli esperti.
    Il potente malware di matrice americana e israeliana ha mappato e monitorato le reti informatiche iraniane,filtrando un flusso costante di dati di intelligence in preparazione al prossimo cyber attacco alle reti informatiche del paese arabo. E' questo,quello che si apprende da fonti riservate.

    L'operazione, che ha coinvolto la National Security Agency, la CIA e i militari israeliani, ha incluso l'uso di un potente software come il virus Stuxnet che ha causato malfunzionamenti nelle centrali nucleari iraniane,in particolare nel processo di arricchimento dell'uranio.

    I dettagli emersi su "Flame" rivelano nuovi indizi sul primo cyber attacco condotto contro un avversario degli Stati Uniti.

    "Si tratta di preparare il campo di battaglia per un altro tipo di operazioni segrete", dice un ex alto ufficiale dell'intelligence statunitense, che ha aggiunto che "Flame" e "Stuxnet" erano parte di un attacco più ampio che continua ancora oggi. "Il Cyber attacco contro il programma iraniano è il modo migliore per rallentare lo sviluppo di tecnologie nucleari iraniane."

    "Flame" è giunto alla ribalta il mese scorso dopo che l'Iran ha riscontrato una serie di attacchi informatici sulla sua industria petrolifera. L'attacco era stato condotto da Israele in un'operazione unilaterale, che a quanto pare ha colto i partner americani impreparati, secondo quanto riferitoci da alcuni funzionari statunitensi e occidentali che hanno parlato a patto di restare anonimi.

    Ci sono state speculazioni sul fatto che Washington abbia avuto un ruolo nello sviluppo di "Flame", ma la collaborazione tra gli Stati Uniti e Israele nello sviluppo del virus non è stato ancora confermata. Alcuni esperti informatici ci hanno riferito la scorsa settimana che "Flame" conteneva parte del codice stesso "Stuxnet". Gli esperti hanno portato questo dato come prova del fatto che i due insiemi di malware erano in realtà progetti paralleli gestiti dallo stesso soggetto.

    I Portavoce della CIA, dell' NSA e deòl'Ufficio del Direttore della National Intelligence, così come l'ambasciata israeliana a Washington, si sono rifiutati di commentare la notizia.

    Il virus è tra i più sofisticati ed efficaci malware ad essere stati creati fino ad ora. Gli esperti hanno dichiarato che il programma è stato progettato per clonare, anche attraverso reti altamente sicure, e controllare tutti i dati e le funzioni di un computer al fine non solo di scoprirne tutti i segreti ma anche di poterli poi trasmetterli. Il codice potrebbe attivare microfoni di computer e macchine fotografiche, registrare colpi di tastiera, catturare schermate, estrarre i dati di geolocalizzazione dalle immagini, nonchè inviare e ricevere comandi e dati tramite la tecnologia wireless Bluetooth.

    Flame è stato progettato per fare tutto ciò mentre si maschera da aggiornamento di routine di software Microsoft,e il suo rilevamento può essere eluso per diversi anni,grazie all' utilizzo di un sofisticato programma per craccare un algoritmo di crittografia.

    "Questo non è qualcosa che la maggior parte dei ricercatori di sicurezza hanno le competenze o le risorse per fare", ha detto Tom Parker, Chief Technology Officer di FusionX, una società di sicurezza che si specializza nella simulazione di attacchi informatici sponsorizzati dallo stato. Ha detto che non sa chi c'era dietro il virus. "Bisogna credere che dietro al virus ci siano le menti matematiche più avanzate, come ad esempio coloro che lavorano alla NSA."

    Flame è stato sviluppato da almeno cinque anni fa come parte di un'operazione segreta contrassegnata col nome in codice "Giochi Olimpici", secondo quanto ci hanno dichiarato i funzionari americani che hanno familiarità con i cyber-attacchi e gli esperti che hanno esaminato il suo codice. La collaborazione Usa-Israele aveva il compito di rallentare il programma nucleare iraniano, ridurre la pressione per un attacco militare convenzionale ed estendere il calendario per la diplomazia e le sanzioni.

    Gli attacchi informatici convenzionali aumentato gli sforzi di sabotaggio da parte di entrambi i paesi, tra cui l'inserimento di componenti per centrifughe e altri componenti difettosi nella catena di approvvigionamento nucleare iraniano.

    Il più noto cyber attacco scatenato contro l'Iran è stato Stuxnet, un nome coniato dai ricercatori del settore antivirus che l'hanno scoperto due anni fa. Ha infettato un tipo specifico di controllo industriale iraniano dell'uranio nell'impianto di arricchimento a Natanz, facendo sì che quasi 1.000 centrifughe andassero fuori controllo. Il danno si è verificato gradualmente, nel corso di mesi, ed i funzionari iraniani inizialmente hanno pensato che fosse il risultato di incompetenza del personale.

    Il livello delle operazioni di spionaggio e sabotaggio "è proporzionale al problema che si sta cercando di risolvere",ha dichiarato un ex funzionario dell'intelligence, riferendosi al programma nucleare iraniano. Anche se i virus "Stuxnet" e "Flame" possono essere neutralizzati, "ciò non toglie che possano essere utilizzati altri malware o virus che possano comunque servire al loro scopo", ha detto.

    Per sviluppare questi strumenti, gli Stati Uniti si basa su due delle sue agenzie di spionaggio d'elite.
    L'NSA, nota principalmente per la sue intercettazioni elettroniche e il codice di interruzione delle funzionalità delle macchine, ha una vasta esperienza nello sviluppo di malware che possono essere usati contro gli avversari degli Stati Uniti, compreso l'Iran. La CIA non ha la raffinatezza dell' NSA nella costruzione di malware, ma è profondamente coinvolta nelle operazioni cyber-informatiche.

    Il Centro Operativo d' Informazione della Cia è secondo solo al Centro antiterrorismo. Il CIO, come è noto, svolge una serie di funzioni di spionaggio, tra cui l'estrazione di dati da portatili sequestrati in raid antiterrorismo. Ma il centro è specializzato in penetrazioni di computer che richiedono un più stretto contatto con il bersaglio, come l'utilizzo di spie o collaboratori inconsapevoli che diffondono il virus tramite una chiavetta USB.

    Entrambe le agenzie nonostante i risultati ottenuti grazi a "Flame" hanno continuato a sviluppare nuove armi  informatiche che hanno usato anche in recenti cyber attacchi.

    La scoperta di "Flame" dimostra l'importanza della mappatura di reti e della raccolta di informazioni su obiettivi come preludio ad un attacco, in particolare alle reti informatiche chiuse. I funzionari sottolineano che ottenuto e mantenuto l'accesso il 99% dell'impresa è portata a termine.

    "E 'molto più difficile penetrare in una rete, acquisendone i dettagli, e restarci per estrapolare informazioni da essa senza essere scoperti piuttosto che andare in giro all'interno della rete provocando danni", ha detto Michael V. Hayden, direttore dell'NSA ed ex direttore della CIA che ha lasciato nel corso del 2009. Lo stesso Hayden ha rifiutato di fornirci ulteriori dettagli,evitando anche parlare di qualsiasi operazione da lui condotta durante la sua permanenza alla Cia e all'Nsa.

    Anni di lavoro

    Lo sforzo per ritardare il programma nucleare iraniano utilizzando le tecniche dei cyber-attacchi è iniziato a metà degli anni 2000, durante il secondo mandato del presidente George W. Bush. A quel punto il piano consisteva principalmente nella raccolta di informazioni di intelligence per individuare potenziali bersagli e creare gli strumenti per distruggerli. Nel 2008, il programma è diventato operativo e spostato dal campo militare al controllo della CIA,come rivelatoci da alcuni ex funzionari.

    Nonostante la loro collaborazione sullo sviluppo del malware, Stati Uniti e Israele non sempre hanno coordinato i loro attacchi. Nel mese di aprile Israele ha condotto in solitaria alcuni cyber-attacchi contro il Ministero Iraniano per le energie e contro alcune raffineria causando solo lievi interruzioni di servizio. Questi attacchi hanno portato l'Iran ad aprire un'indagine grazie alla quale il governo ha scoperto l'esistenza del malware Flame.

    "Il virus era riuscito ad insidiarsi in alcune reti di settori energetici strategici tra cui quello petrolifero",questo è quanto ha dichiarato Gholam Reza Jalali, funzionario iraniano addetto alla cyber sicurezza, alla radio di stato iraniana nel mese di maggio. "Fortunatamente, abbiamo scoperto e risolto quest' unico incidente."

    Alcuni funzionari dell'intelligence degli Stati Uniti erano davvero costernati dal fatto che il cyber attacco unilaterale di Israele avesse portato alla scoperta del virus,evento che richiede adesso delle inevitabili contromisure.

    Le interruzioni subite nelle centrali hanno spinto l'Iran a chiedere aiuto a una società di sicurezza russa e una ungherese, secondo quanto emerso dalle rivelazioni funzionari americani e occidentali che hanno familiarità con il cyber attacco.

    La scorsa settimana, i ricercatori della Kaspersky Lab, un'importante società di sicurezza russa, hanno riferito la loro conclusione su Flame,affermando che il malware è stato certamente creato dallo stesso gruppo o gruppi che hanno costruito "Stuxnet". L'azienda si è rifiutata di commentare la veridicità o meno della notizia celandosi dietro il silenzio stampa.

    "Siamo ora al 100 per cento sicuri che i creatori di Stuxnet e di Flame hanno lavorato insieme", ha dichiarato Roel Schouwenberg, con sede a Boston ricercatore senior con Kaspersky Lab.

    L'azienda ha inoltre stabilito che il malware Flame precede Stuxnet. "Sembra come se la piattaforma Flame sia stato usato come una sorta di pedale di avviamento per quella Stuxnet ", ha detto Schouwenberg.

    Traduzione Free Italy

    USA,IN ARRIVO I SUPER SOLDATI: SARANNO DOTATI DI IMPIANTI BIONICI PER COMBATTERE LE MALATTIE

    mercoledì 27 giugno 2012



    di Kate Knibbs per mobiledia.com
    traduzione Free Italy

    L'esercito americano ha intenzione di impiantare nei propri soldati dei dispositivi medici,che permettano di individuare più velocemente malattie ed infezioni del soldato rendendolo più difficili da uccidere.

    L'Agenzia militare per la sperimentazione e per la ricerca ,o Darpa, ha annunciato l'intenzione di creare dei nano sensori che permettano di monitorare la salute dei soldati sul campo di battaglia e tenere costantemente aggiornati i dottori circa eventuali problemi di salute.

    Il progetto della Darpa sui nano sensori riflette una tendenza ben più marcata,in quanto gli scienziati stanno cercando di sfruttare in ogni modo la tecnologia per migliorare l'assistenza sanitaria dei soldati e dei civili in tutto il mondo. I medici che stanno già usando i nano sensori per controllare meglio lo stato di salute dei propri pazienti,vanno in giro con i loro I-pad per tenere sotto stretto controllo i progressi dei loro pazienti e per identificare eventuali segnali di stress in pazienti a rischio.

    Secondo la Darpa questi impianti bionici rappresentano un'innovazione tecnologica davvero dirompente,evidenziando specialmente come i soldati sani grazie ad essi potrebbero cambiare radicalmente il modo di vedere la guerra moderne,dato che la maggior parte delle cure mediche applicate nei teatri di guerra sono di natura ordinaria. Se gli Stati Uniti fossero in grado di intraprendere questa strada con effetti positivi avrebbero a disposizione un vantaggio enorme sui nemici,affetti da malattie comuni sui campi di battaglia.

    Ma le Nanotecnologie non si limitano solo al campo militare ma ovviamente sono di grande interesse anche per il settore medico civile. Alcuni ricercatori dell'Università di Stanford stanno sviluppando dei piccoli apparecchi digitali in grado di diagnosticare le malattie,monitorare i segni vitali dell'individuo e persino fare iniezioni. I due differenti progetti devono ancora trovare un punto d'incontro ma i loro fini così simili fanno pensare che a breve gli scienziati dell'esercito possano trarre dei vantaggi dalle ricerche dei ricercatori universitari.

    L'esercito statunitense investe regolarmente grosse cifre nella ricerca,e non solo nel settore sanitario,ma nelle tecnologie mobili fondamentali nel caso di operazioni militari terrestri. La ricerca serve appunto a sviluppare applicazioni per la guerra. L'esercito infatti sta da qualche anno implementando le apparecchiature militari che fornisce ai propri soldati. Tra di esse non poteva mancare uno smartphone le cui applicazioni stanno rivoluzionando velocemente il combattimento.

    Ma gli Stati Uniti non sono certo gli unici attivi in tal senso,infatti anche la Cina ha sviluppato un'applicazione dell'iphone destinata alle proprie spie.

    La forza di un esercito si basa su quella dei suoi soldati e quest'ultima innovazione promette di rinforzare le forze armate statunitensi,grazie alla diminuzione delle malattie prevenibili e al fatto che i nano sensori mantengono al meglio lo stato di salute dei soldati in cui sono impiantati.

    Traduzione Free Italy

    Fonte

    AREA 51: UNA MAXI-COPERTURA PER UN AEREO SUPER SEGRETO

    martedì 26 giugno 2012

    Foto esclusive dalla base segreta dove molti ancora pensano siano nascoste le prove di incontri ravvicinati del terzo tipo. Nessuna navicella spaziale extraterrestre, ma un progetto segretissimo. Per la prima volta le foto di un incidente del 1963 e della maxi operazione di copertura che fu messa in atto.
    Area 51: niente UFO,  ma un super aereo segreto
    Area 51, l’aereo spia intatto
    Fotografia Roadrunners Internationale via Pangloss Films
    Nel 1963 un aereo segreto invisibile sviluppato nella base segreta Area 51 precipita. Per la prima volta possiamo mostrare le esclusive foto – su cui la Cia ha tolto il segreto – dell’operazione che servì a togliere ogni traccia dell’incidente al progetto segretissimo.
    Ora che molti documenti risalenti alla Guerra Fredda vengono declassificati (non più considerati segreti), i militari in passato in servizio alla base segreta americana Area 51 stanno rivelando alcuni dei modi – intelligenti ma sorprendentemente poco tecnologici – con cui hanno tenuto lontano da occhi indiscreti prototipi futuristici sviluppati durante la Guerra Fredda.
    La Cia creò Area 51 nel 1955 per sviluppare e testare alcuni progetti militari segreti nell’isolato deserto del Nevada. Più di 50 anni dopo, la base ufficialmente ancora non esiste, e non compare sulla mappe governative americane.
    Negli anni Cinquanta e Sessanta Area 51 fu al centro del progetto OXCART, finalizzato alla realizzazione di un aereo spia che avrebbe dovuto prendere il posto dell’U-2, diventato famoso nei primi anni della guerra fredda per le foto di luoghi strategici dei nemici che riusciva a scattare da quote altissime.
    L’aereo OXCART doveva compiere missioni spia in Unione Sovietica senza essere scoperto dai sovietici. Ma i militari di Area 51 si posero subito il problema di nascondere l’aereo agli occhi dei satelliti sovietici anche durante il suo sviluppo sul territorio americano. I sovietici infatti sapevano che gli americani stavano realizzando qualcosa nel deserto del Nevada.
    I tecnici Usa cominciarono una caccia simile a quella del gatto con il topo con i satelliti sovietici. I prototipi dovevano essere nascosti negli hangar a ogni passaggio dei satelliti. Non solo. Ad un certo punto capirono che grazie all’infrarosso i satelliti sovietici riuscivano a riconoscere le tracce di dove era appena passato il prototipo.
    Allora iniziarono a produrre falsi prototipi, con le forme più fantasiose per sviare i sovietici, che non riuscirono infatti a scoprire i piani americani del successore dell’U-2, fino a quando non fu reso pubblico il programma alla metà degli anni Sessanta.
    Durante i circa 2.850 voli di prova ultra segreti, numerose persone riuscirono lo stesso a vedere strane (per il tempo) figure di aerei futuristici.
    Non riconoscibili neppure a controllori di volo e piloti di aerei commerciali, gli avvistamenti del lucente aereo di titanio contribuirono alle crescenti voci su un’ipotetica presenza di alieni (Ufo, oggetti non identificati) nell’aerea 51.
    Alla fine il progetto produsse Archangel-12 o A-12, il primo vero aereo invisibile ai radar, secondo diversi esperti.
    L’A-12 è in grado di volare a 3.220 chilometri all’ora e attraversare gli Stati Uniti continentali in 70 minuti e nello stesso tempo scattare fotografie abbastanza nitide da individuare un oggetto di 30 centimetri da un’altezza di 27mila metri.
    Queste foto di Area 51 sono tratte dall’omonima trasmissione su National Geographic Channel USA.
    Nella foto: un prototipo capovolto dell’aereo spia A-12 sta per essere sottoposto a un test radar nella base Area 51 alla fine degli anni Cinquanta.
    Area 51: niente UFO,  ma un super aereo segreto
    Fuori Area
    Fotografia CIA via Pangloss Films
    I resti – compresi due motori – dell’areo spia A-12 precipitato nel 1963 vicino Wendower in Utah, in una foto da poco declassificata dalla Cia e pubblicata qui per la prima volta.
    Andò tutto male al pilota Ken Collins – nome in codice Ken Colmar – quando provò l’aereo a bassa quota. Perse il controllo a 7.620 metri e si mise in salvo con l’espulsione del seggiolino, come ha descritto lui stesso nel documentario su National Geographic Channel Usa.
    Il governo americano chiese a Collins di sottoporsi a ipnosi e a un trattamento di pentothal (il siero della verità) per essere sicuri che il pilota avesse detto tutta la verità sull’incidente.
    Area 51: niente UFO,  ma un super aereo segreto
    Operazione copertura
    Fotografia CIA via Pangloss Films-Una foto aerea della massiccia operazione lanciata subito dopo l’incidente dell’A-12 in Utah.
    Dopo essersi paracadutato, il pilota Ken Collins una volta arrivato a terra incontrò tre civili in un pickup, che si offrirono di accompagnarlo sul luogo dove si era schiantato l’aereo.
    Invece Collins chiese un passaggio nella direzione opposta, dicendo loro che l’aereo aveva una bomba nucleare a bordo, seguendo una delle procedure preparate appunti per casi del genere per per tenere il luogo del disastro segreto.
    Subito una squadra di agenti del governo arrivò per compiere un’operazione di pulizia e di insabbiamento. La mattina dopo i resti dell’aeroplano venivano caricati su camion per essere riportai in Nevada nell’Area 51.
    Nessun altro si è avvicinato o ha anche solo saputo del disastro per i successivi 50 anni.
    Area 51: niente UFO,  ma un super aereo segreto
    Distruggere le prove?
    Fotografia CIA via Pangloss Films
    La squadra del governo al lavoro utilizza bulldozers e gru per rimuovere ogni traccia dell’aereo caduto.
    “Ci fu un dibattito sull’ipotesi di far esplodere i resti per renderli non identificabili”, racconta Peter Merlin, storico aerospaziale indipendente.
    Oggi il segreto non ha più senso, secondo lo storico della CIA David Robarge, che spiega perché le foto sono state declassificate.
    “Secondo gli esperti della Cia le foto dell’incidente del 1963 non sono più così importanti per la sicurezza nazionale da dover rimanere segrete”, dice Robarge.
    “Nel 2007 la CIA ha declassificato circa un migliaio di documenti collegati al programma OXCART in contemporanea con l’acquisizione di uno dei nove esemplari di A-12 da parte dell’aviazione, ora in mostra presso la CIA”, continua Robarge.
    Area 51: niente UFO,  ma un super aereo segreto
    Un carico di rottami segreti
    Fotografia CIA via Pangloss Films
    Una gru carica un rottame su un camion con cassone piatto sul luogo del disastro in Utah.
    Nonostante la CIA abbia rilasciato alcune foto dell’incidente, rimane il segreto su chi esattamente fu coinvolto nell’operazione e su come fu portata a termine.
    “Se i nemici degli Stati Uniti avessero potuto scoprire i contenuti del programma OXCART, avrebbero potuto mettere in atto contromisure tali da rendere l’aereo inutile allo scopo per cui veniva progettato così in segreto”, dice Robarge.
    “Il governo doveva essere sicuro che non sarebbe rimasta alcuna traccia dell’aereo, in grado di fornire informazioni tecniche a potenze nemiche”.
    “La mia esperienza dimostra che c’è sempre qualcosa che viene lasciato”, dice Merlin nel documentario.
    Infatti nell’area sono stati trovati piccoli pezzi dell’ala e altri frammenti.
    Area 51: niente UFO,  ma un super aereo segreto
    Sottosopra nell’Area 51
    Fotografia Roadrunners Internationale via Pangloss Films
    In una foto senza data, un modello di A-12 capovolto viene sottoposto a un test per capire quanto fosse visibile o meno ai radar.
    Questi testi venivano continuamente interrotti e i prototipi trascinati al coperto per evitare di essere visti dai satelliti sovietici.
    L’aereo era composto al 93% da titanio, un minerale prodotto proprio in Unione Sovietica, che senza saperlo forniva la materia prima dell’aereo segreto americano.
    Area 51: niente UFO,  ma un super aereo segreto
    La prossima (segreta) generazione
    Fotografia per gentile concessione della NASA
    Nella foto un SR-71 Blackbird, impiegato in missioni di spionaggio dal 1966 al 1990, un’evoluzione dell’A-12 (dismesso nel 1968) e in molti modi un prodotto dei test nell’Area 51.
    Comparato a un A-12, l’SR-71 era più grande, con una maggiore autonomia e con un design in grado di assicurare maggiore stabilità e invisibilità ai radar. Svariati i record detenuti da questo aereo, tra cui un volo di 64 minuti da Los Angeles a Washington nel 1990.
    Oggi i ricercatori nell’Area 51 stanno probabilmente lavorando alla prossima generazione di aerei. Ma non vi aspettate di avere informazioni ancora per diversi decenni, lo storico della CIA Robarge ancora oggi non conferma l’esistenza della base: “Mi dispiace, non posso dire nulla al riguardo”.
    Di Brian Handwerk



    LA CIA E IL PROGETTO MK ULTRA:IL CONTROLLO MENTALE PER SCOPI MILITARI (DOCUMENTARIO HISTORY CHANNEL)

    sabato 11 febbraio 2012

    di Free Italy
    In questo documentario di History Channel si fa luce sul progetto Mk Ultra.Cari lettori quanto vedrete non sono favole nè eventi inventati,ma eventi realmente accaduti e documentati.Ecco come la Cia ha fatto esperimenti di controllo della mente nel corso del secolo scorso e anche oggi..Lo scopo di questi esperimenti è stabilire se la mente umana può essere controllata usando forze esterne droghe,elettroshock,ipnosi.E' un programma che ha visto il suo apice negli anni 50-60 del secolo scorso ma ha radici molto più antiche,addirittura medievali.Ve lo ricordate il Malleus Maleficarum,il manuale usato nel Medioevo durante alla caccia alle streghe?Ecco quel testo rappresenta il primo esempio di manuale di controllo mentale.Ma non finisce qua.Nel 1800 si sviluppano numerosi studi sull'ipnosi e i suoi effetti.Attraverso l'ipnosi si può creare la super spia,un nuovo individuo totalmente distaccato dalla sua reale identità.Segnatevi questi due nomi:Estabrooks e Alexander Luria.Fate una bella ricerca su google su questi esperti del controllo mentale.E ora guardatevi il documentario e condividetelo mi raccomando:il controllo mentale non è fantasia,ma realtà.Anzi è qualcosa di più:è una potente arma militare già usata nel passato e che usano tutt'ora!




    LE SCIE CHIMICHE E IL PROGETTO RFMP VRTPE DELL'AVIAZIONE AMERICANA (VIDEO)

    venerdì 28 ottobre 2011



    La dispersione nell'atmosfera di metalli elettroconduttivi ed igroscopici, soprattutto il bario, si lega ad un sistema integrato che implica l'uso di aerei AWACS, di satelliti in orbita geostazionaria e di radar VLF ed ELF a terra. Gli AWACS sono dotati, dal 2003, grazie ad un contratto con la società MITRE, di sofisticate apparecchiature elettroniche che consentono di riprodurre il territorio in modalità tridimensionale. Ci riferiamo al Progetto RFMP, un programma appunto basato sulla connessione tra diffusione di sali di bario e specifiche esigenze legate alle comunicazioni radar e satellitari di ultima generazione, atte alla scansione e mappatura elettronica di intere regioni a fini strategici.

    Il progetto della Marina militare statunitense RFMP, ovvero "Pianificatore delle frequenze radio di missione", è il nome di sistema dato ad un gruppo di programmi informatici. Uno dei sottoprogrammi, nell'ambito di tale sistema, è il VRTPE che consente di osservare su un monitor il campo di battaglia in una configurazione tridimensionale. Il sistema RFMP dipende dai satelliti per ricavare e caricare le immagini del terreno di combattimento, per poi combinarle con l'immagine ripresa a terra, producendo così rappresentazioni tridimensionali. Il sistema RFMP funziona adeguatamente solo sull'acqua e lungo le linee di costa, ma non sulle masse terrestri, perché il radar per operare al meglio, ha bisogno di condizioni atmosferiche particolari. I militari hanno risolto questo problema, impiegando squadriglie di aerei che rilasciano nell'atmosfera una miscela di sali di bario, così da creare un canale per le frequenze radio. Ciò produce un ambiente adatto alla trasmissione di onde radio per il sistema RFMP/VRTPE

     
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