Firenze, 11 marzo 2011 - A un anno dalla conquista dell’agognato ‘pezzo di carta’, il 37% dei laureati fiorentini ha un lavoro stabile. Mentre il 46% deve accontentarsi di un cosiddetto impiego atipico. È un panorama a luci e ombre quello che emerge dal rapporto Almalaurea 2011 per quanto riguarda il nostro Ateneo. 10.163 i giovani coinvolti nell’indagine, tra laureati junior e senior, ovvero con in tasca un diploma di laurea triennale o quinquennale.
Chi si ferma al primo step arriva a percepire, a un anno dalla laurea, 925 euro mensili netti. Va meglio a chi va oltre, frequentando una laurea magistrale. In questo caso, dopo un anno dal traguardo si riesce a intascare, mediamente, poco più di mille euro al mese (netti). Lo stipendio cresce via via col passare del tempo. A tre anni dalla laurea spariscono i senza contratto. E le retribuzioni salgono a 1.358 euro mensili netti.
Ma la brutta sorpresa è dietro l’angolo. Secondo il rapporto, infatti, dopo cinque anni dalla fine degli studi il laureato porta a casa uno stipendio di 1.244 euro mensili netti. Possibile? Anche il prorettore al bilancio del nostro Ateneo Luca Bagnoli strabuzza gli occhi: «Onestamente questo dato non torna. E non riesco proprio a spiegarmelo. Posso capire che, al massimo, lo stipendio resti uguale. Ma che vada a scendere mi pare proprio strano…». Misteri della statistica.
Spulciando il rapporto, scopriamo che il tasso d’occupazione dei laureati triennali è pari al 52% (46% il valore a livello nazionale). Solo il 34% si dedica esclusivamente al lavoro. Il 17,5% si divide tra quest’ultimo e lo studio. Più della metà dei laureati junior s’iscrive infatti ai corsi specialistici. A un anno dalla fine degli studi, solo il 36% dei laureati di primo livello ha un’occupazione stabile, ovvero un lavoro autonomo o un contratto a tempo indeterminato. Più rincuoranti i dati che riguardano i laureati specialistici ad un anno dal conseguimento del titolo di studio: il 60% di loro è occupato. Ma ad aver agguantato un posto fisso è solo il 37%.
«Lo studente che oggi si laurea e mira subito al lavoro sicuro ha sbagliato millennio — non ha dubbi Bagnoli —. L’importante è che i neolaureati siano occupati ed abbiano soprattutto opportunità di carriera. Non vedo neanche male i dati sugli stipendi d’ingresso. Insomma, a mio avviso, il rapporto Almalaurea promuove non solo l’Università, ma anche il territorio, capace di assorbire i nostri studenti». Peccato che al momento manchino i dati sulle singole facoltà. «Sarebbe interessante analizzare il tasso d’occupazione dei laureati in Ingegneria e in Lettere», riflette Bagnoli.