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    IL PIANO CASA CHE FA UN FAVORE ALLA CHIESA

    domenica 29 luglio 2012

    Polemiche nel Lazio tra la giunta Polverini e il governo.

    di Dario Ferri
    Il piano casa della Regione Lazio fa litigare la Polverini e il governo. Il ministro Ornaghi ha già dichiarato la sua contrarietà, bocciando duramente il progetto e parlando di “escamotage terminologici”, “vizi di fondo legati alla condonabilità degli abusi”, “formulazioni ambigue e disordinate”. Il Fatto però ci spiega anche un’altra particolarità:
    Ora con il caso esploso e non più tenuto nei binari della dialettica civile, si attendono altri interventi, a cominciare da quello della Corte dei Conti. Chi ha incontrato Renata Polverini, ieri, la descriveva terrea.

    Sul Piano, milioni di euro di investimenti, appalti, indotto, centri commerciali (che c’ entrano con il Piano casa?) aveva giocato carte per lei decisive. Non si aspettava sbarramenti. Sono arrivati sulla tutela del paesaggio. Il Ministero, salvata Villa Adriana, aveva già mostrato scarsa inclinazione alla sua devastazione.

    Con buona pace dei tanti palazzinari che a Roma e sul litorale da decenni, mettono le loro mani avide:

    Verdi e i Radicali si rivolgeranno al tribunale. Non sono gli unici a ritenere insopportabile che gli enti religiosi abbiano ottenuto l’ennesimo privilegio: la possibilità di edificare nei dintorni di chiese e luoghi di culto anche uffici, case e centri commerciali, in deroga al piano regolatore. Concessioni che secondo Radicali e Verdi “toglieranno terreno utile per la costruzione di scuole, asili e presidi sanitari”. Amen

    fonte

    RECUPERO CREDITI,AZIENDA CERCA EX GALEOTTI E CULTURISTI DI ORIGINI MERIDIONALI...

    sabato 28 luglio 2012

    di Free Italy per www.Free-Italy.Info
    Questa è grossa: "azienda seria e referenziata cerca uomini decisi di poche parole e prestanza fisica. Possibilmente ex culturisti o ex galeotti, per recupero crediti in tutta Italia. Molto apprezzate origini meridionali, calabresi o siciliane."L'annuncio pubblicato sul sito subito.it nella sezione pesaro-urbino era ospitato fino qualche giorno fa a questo link "http://www.subito.it/offerte-lavoro/addetti-recupero-crediti-pesaro-urbino-46315519.htm" ma è stato rimosso per il grande clamore suscitato dalla notizia..Che per essere chiari non è certo falsa nè una bufala da social network tanto che se n'è occupato persino il Secolo XIX che ha cercato di saperne di più dall'addetta stampa dell'azienda:
    «Buongiorno, chiamo per il vostro annuncio sulla ricerca di addetti al recupero crediti...».«Guardi lei deve mandarci un curriculum con foto, poi verrà contattato».
    «Ho letto che non ci sono problemi se uno ha avuto problemi con la giustizia...mi conferma che per voi è lo stesso? Cosa bisogna fare esattamente?»«Assolutamente si. Il lavoro è quello normale di un addetto al recupero crediti: si va a casa delle persone e si chiede con diplomazia di pagare i conti alle aziende che ce lo chiedono».
    «Ma voi avete già qualcuno che fa questo lavoro, che possa insegnare?»«Certo, c’è uno staff che stiamo ampliando e che affiancherà i nuovi assunti. Ma lei mandi il curriculum e poi sarà contattato da Sviluppo Reti, è il titolare che si occupa di queste cose io sono all’ufficio stampa e non so nulla di più».
    «Allora lei è la persona giusta, perché io sono un giornalista e volevo sapere perché come addetti al recupero crediti cercate persone meridionali che possibilmente siano state in galera».
    Come si legge nel seguito,il caso ha voluto che sia caduta la linea. Ma dopo 20 minuti arriva l'immancabile telefonata della stessa addetta stampa della "Sviluppo Reti Commerciali Srl di Pesaro" (così si chiama l'azienda che ha pubblicato l'annuncio n.d.r) che si è affrettata ad informare il giornalista che non solo non poteva rispondere alle domande,ma neanche il titolare ("il quale starà fuori sede per molto tempo") nè i dirigenti, anche loro fuori sede.  E chi manda avanti la baracca allora?Non è dato saperlo. Men che meno è dato sapere quanti membri compongono lo staff dei riscossori dei crediti aziendale. Una cosa è certa: in tempi di crisi si vede di tutto e di più. Ma invece di ritrovare lo spirito di fratellanza che dovrebbe unire i popoli in momenti come questi ci mettiamo a cercare ex galeotti o ex culturisti per giunta (chissà perchè?) meridionali e ancora meglio se calabresi o siciliani?
    Una sola parola descrive la vicenda: schifo. Perchè questo pezzo d'Italia descritto nell'annuncio fa solo ribrezzo!


    di Free Italy per www.Free-Italy.Info




    NIGERIA,MUORE UOMO VIOLENTATO DALLE SUE SEI MOGLI: TROPPO AMORE UCCIDE!

    NIGERIA,QUANTO TROPPO AMORE UCCIDE. UN UOMO E' STATO STUPRATO DALLE SUE SEI MOGLI CHE LO MINACCIAVANO CON COLTELLI E PALI ESIGENDOGLI DEL SESSO. MA DOVE STIAMO ANDANDO A FINIRE??

    di actualidad.rt.com
    Traduzione Free Italy per www.Free-Italy.Info
    Un uomo nigeriano è morto,apparentemente, dopo essere stato violentato dalle sue sei mogli, secondo quanto scrive il quotidiano nigeriano Daily Post. Accade martedì mattina quando l'uomo, chiamato Uroko Onoja, di ritorno a casa si è diretto nella stanza della più giovane delle sue sei mogli. Alcuni minuti dopo le altre donne hanno fatto irruzione nell'abitazione con coltelli e pali alla mano. Volevano sesso. Tutte. Allo stesso tempo. Forse per stanchezza (erano le 3 della mattina) o per qualche altra ragione, Uroko non si è fatto solleticare dall'idea ed è stato quindi attaccato dalle donne letteralmente infuriate. Nonostante il suo rifiuto, le donne hanno avuto la meglio: le spose hanno obbligato Uroko ad intraprendere una vera a propria maratona sessuale iniziando con la più giovane delle donne. L'uomo ha smesso di respirare quando era in procinto di soddisfare la quinta donna.
    "D'un tratto mio marito ha smesso di respirare e tutte le altre sono uscite di corsa dalla stanza, ridendo, quando si sono accorte che non potevo rianimarlo, sono fuggite tutte nel bosco", ha raccontato la donna. Il corpo dello sfortunato (o fortunato, almeno per quelli che sognano di morire facendo l'amore) è stato trasportato all'obitorio della città. La polizia ha arrestato due delle stupratrici e continua a cercare le altre.

    Traduzione Free Italy per www.Free-Italy.Info


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    FUMETTI PER BAMBINI CHE INDUCONO AL CONSUMO DI PSICOFARMACI: VENDERE MALATTIE SUL WEB, ANCHE AI BIMBI ITALIANI

    venerdì 27 luglio 2012


    Da Stati Uniti e Gran Bretagna, siti per bimbi - accessibili anche dal nostro paese - con lo scopo di "spiegare le malattie" e rendere più accettabile l'assunzione di psicofarmaci. Anche la multinazionale farmaceutica Shire attiva in questa campagna, in vista dell'introduzione di un proprio psicofarmaco per bambini in Italia. Poma (Giù le Mani dai Bambini): "E' da un anno che denunciamo queste attività di marketing improprio, ma il Ministero della Salute continua a ignorare questi fatti gravi"
    Il web è lo specchio della realtà, e vi si trova davvero di tutto, inclusi siti internet specificatamente costruiti per spingere i bambini verso le diagnosi di malattie controverse e rendere più accettabile ai loro stessi occhi l'assunzione di potenti psicofarmaci dagli effetti collaterali potenzialmente distruttivi.

    Ci sono vari psicofarmaci per "curare" l'ADHD, la cosiddetta sindrome da iperattività e disattenzione che pare affliggere i bambini troppo distratti e agitati e che nei soli Stati Uniti genera milioni di prescrizioni all'anno garantendo alle farmaceutiche coinvolte in questo business (Novartis, Eli Lilly, Shire ed altre) introiti per miliardi di dollari. L'ADHD ha grande spazio nel sito http://www.medikidz.com un'iniziativa editoriale inglese apparentemente indipendente che vorrebbe "spiegare" la malattia e le relative "cure" ai bambini, mediante fumetti, supereroi e altri linguaggi tipici del mondo e dei linguaggi dell'infanzia.

    "Peccato - commenta Luca Poma, giornalista e portavoce di Giù le Mani dai Bambini, il più rappresentativo Comitato per la farmacovigilanza pediatrica in Italia (www.giulemanidaibambini.org) - che nelle schede dei farmaci richiamate sul sito si citino in modo molto semplificato gli effetti collaterali e le possibili interazioni con altri farmaci, di fatto dando una percezione nettamente sottostimata dei rischi a genitori e bambini stessi".

    Gli editori del sito - e dei fumetti, che vengono venduti in edizione cartacea, con albi dedicati a ogni malattia - ringraziano per il supporto e la collaborazione una lista di associazioni mediche, di pazienti e di genitori, molte delle quali sospette di contiguità ai limiti dell'etico con le case farmaceutiche, o alcune - come la CHADD - già denunciate in passato per aver ricevuto finanziamenti diretti dalle aziende stesse. Vari commentatori hanno infatti sottolineato come l'attività di "sensibilizzazione" della CHADD sia tutt'altro che indipendente dalla casa farmaceutica Novartis, produttrice del contestato Ritalin - la metanfetamina che viene somministrata a milioni di bambini nel mondo per migliorare le performance scolastiche e l'accettabilità sociale - che tanto approfonditamente viene descritto proprio sul sito MedKids.

    Un altro caso di probabile "disease mongering" - la tecnica di marketing per la fabbricazione a tavolino di malattie per vendere più farmaci - è quella della casa farmaceutica Shire, sponsor di http://www.adhdandyou.co.uk, un sito specificatamente dedicato ai bambini "malati" di ADHD. Il sito è ricco di consigli, filmati, tools interattivi per "semplificare la vita" a chi è afflitto dai sintomi di questa malattia, sulla cui reale esistenza ancora è aperto il dibattito in seno alla comunità scientifica. Un'operazione spacciata per "responsabilità sociale d'impresa", da parte di un'azienda apparentemente attenta ai bisogni dell'infanzia?

    "Combinazione, proprio la Shire - aggiunge Poma - sta per introdurre anche nel nostro paese la Guanfacina, molecola brevettata anni orsono e che - dopo diversi inutili tentativi per curare altre patologie - ora sta introducendo proprio per il trattamento dell'iperattività infantile. Desta sospetto quindi, visto il business in corso, questa improvvisa "sensibilità sociale" di Shire".

    L'anno scorso "Giù le Mani dai Bambini" ha denunciato ai mass-media e alle autorità di controllo sanitario operazioni di marketing preventivo sulla Guanfacina da parte di Shire(1). "Anche in Parlamento si era sollecitato un intervento del Ministero della Salute, il quale dopo aver incaricato i NAS di fare approfondimenti ha archiviato la pratica in modo tutt'altro che trasparente (2). Mi chiedo – conclude Poma - cosa stia aspettando il Ministro Renato Balduzzi a far bloccare dalla Polizia Postale l'accessibilità a questi siti web stranieri i cui contenuti stanno venendo diffusi anche nel nostro paese, sulla base di quella che di fatto è una raffinata strategia di marketing per indurre i nostri figli al consumo di psicofarmaci arricchendo le aziende produttrici di questi discutibili prodotti".

    (1)http://www.giulemanidaibambini.org/media-room/press-release/ancora-%E2%80%9Crelazioni-pericolose%E2%80%9D-tra-sanita%E2%80%99-e-multinazionali-farmaceutiche-nuovo-psicofarmaco-per-bambini-in-arrivo-in-italia-interrogazione-urgente-in-parlamento

    (2) http://www.giulemanidaibambini.org/media-room/dicono-di-noi/indagine-nas-su-guanfacina-%E2%80%93-rapporti-ketchumshire

    Per media-relation: 337/415305 - portavoce@giulemanidaibambini.org

    FONTE

    Perse la vita mentre allestiva palco per concerto Pausini: 2.000 euro di risarcimento alla famiglia

    mercoledì 25 luglio 2012

    La notizia non può non destare stupore, in quanto fa capire quanto, in Italia, vale poco la vita di una persona, all’incirca 2.000 euro. Lo scorso marzo, un ragazzo, Matteo Armellini, perse la vita a Reggio Calabria mentre stava montando il palco su cui si sarebbe dovuta esibire la cantante Laura Pausini. Ora è arrivato il risarcimento dell’Inail alla famiglia di Matteo. La somma? 2.000 euro.
    Tutto ciò ha già fatto sorgere numerose polemiche. La madre stessa di Matteo ha detto: ”Vorrei una spiegazione”.

    fonte

    Spagna: leggi speciali contro i manifestanti, benvenuti nel Nuovo Ordine Mondiale!

    sabato 21 luglio 2012

    Dopo giorni di dure proteste da parte del popolo iberico ecco che il parlamento fantoccio spagnolo ha subito proposto una legge di emergenza contro il diritto di manifestare.


    (ANSA) – MADRID, 19 LUG – Giro di vite in Spagna in nome della sicurezza: Il Congresso dei Deputati ha approvato oggi una mozione per introdurre nel Codice penale il reato specifico di ‘violenza urbana‘ e perregolare il diritto alla riunione.
    L’obiettivo, secondo Convergencia i Unió (CiU), partito che ha presentato la proposta trovando l’appoggio del partito di governo (Pp), e’ ”ottenere una miglior regolazione delle misure e dei servizi di sicurezza durante le manifestazioni e le concentrazioni dei cittadini”.
    Ecco il vero volto della democrazia tecnocratica, reprimere il dissenso con i manganelli e leggi speciali restrittive, servili ad eseguire gli ordini impartiti da parte delle elite.Mi domando quale sara ‘ il prossimo passol’instaurazione della legge marziale?
    Signori siamo arrivati agli sgoccioli IL NUOVO ORDINE MONDIALE E’ ALLE PORTE!!!

    Fonte: Terra Real Time


    Pomigliano chiude, la Panda si estingue:Ora il governo licenzi Marchionne

    giovedì 19 luglio 2012


    La chiusura per undici giorni dello stabilimento che un tempo era il Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco, adesso chiamato Fip (Fabbrica Italia Pomigliano), ha una drammaticità prevalentemente simbolica. Questo perché degli oltre 5mila operai che solo un lustro fa producevano due automobili dell’Alfa Romeo oggi ne rimangono impiegati poco più di un migliaio. Per i rimanenti 4 mila la drammaticità della chiusura è reiterata d’allora. Per non parlare dell’indotto di primo come di secondo e terzo livello, nel migliore dei casi agonizzante, con dirigenti d’azienda e sindacalisti impegnati nel nefasto ruolo di esecutori testamentari.

    Ma anche il solo piano simbolico ha una sua importanza. La nuova Panda non tira sul mercato. L’operazione ingegneristica di allungare un modello fortunato di circa 5cm, con una linea leggermente più bombata, non ha funzionato. Nemmeno l’accelerazione dettata da Marchionne per la produzione dei modelli a gas ha funzionato. La nuova Panda non si vende. La nuova Panda non si vede in giro nelle nostre città, tranne che per via Salvator Rosa a Napoli dove i collaudatori, tutti rigorosamente non iscritti alla Fiom, la testano sulle impervie strade.

    A questo punto è legittimo domandarsi se l’ad dei due mondi sa fare il suo mestiere. Analisti di marketing aziendale oggi dovrebbero trovare il coraggio di dire che Marchionne su quella che gli specialisti chiamano “brend reputation” ha fallito. Oggi la metà degli italiani bestemmia il marchio Fiat. La costante demolizione dei diritti sindacali, soprattutto dei diritti che non incidevano sulla gestione aziendale, ha demolito la simpatia dell’azienda. Questo vale in Italia come in Europa, vedremo negli Usa e nei mercati emergenti. Non basta vestire sempre uguale per infondere sicurezza. L’emulazione di Steve Jobs ha fatto sì che Marchionne assomigliasse più a Topolino che a un illuminato dirigente d’azienda. I cittadini, quelli che comprano meno macchine ma non comprano Fiat, fuggono dall’affabulazione di un mondo fittizio che non corrisponde alla realtà e all’urgenza di democrazia sui luoghi di lavoro.

    Ma c’è una notizia non drammatica oggi in Italia. In Emilia Romagna, quindi in Italia, la Lamborghini produce e vende macchine in uno stabilimento che implementa i diritti sindacali con operai per l’85% tesserati Fiom. In Italia si può produrre automobili democraticamente. Che Monti e Passera si sveglino, dicano chiaramente che Marchionne non è capace, propongano alla Lamborghini di investire in altri segmenti produttivi, di sfondare il mercato delle utilitarie. Predispongano gli incentivi necessari nei tempi di crisi. In Italia si possono produrre automobili rispettando e progredendo sui diritti.

    fonte



    SUPERDOTATO FERMATO AL CHECK-IN: "TEMEVANO AVESSI UN PACCO BOMBA NEI PANTALONI".

    martedì 17 luglio 2012

    STATI UNITI,FERMATO DALLA POLIZIA L'UOMO COL PENE PIÙ LUNGO DEL MONDO. BLOCCATO AL CHECK IN DELL'AEROPORTO DI SAN FRANCISCO PERCHÈ GLI AGENTI TEMEVANO NASCONDESSE UNA BOMBA NEI PANTALONI.IRONICO IL COMMENTO DELL'HUFFINGOTON POST: È LEGALE TRASPORTARE UN'ARMA DI CONCEZIONE DI MASSA IN AEROPORTO! ALLA POLIZIA AMERICANA,INSOMMA,PIACE PROPRIO ACCUSARE SEMPRE GLI INNOCENTI E PER LE RAGIONI PIÙ BIZZARRE..


    di Free Italy per www.Free-Italy.Info
    La polizia americana proprio non ce la fa ad arrestare e perseguire i colpevoli,deve per forza accusare ingiustamente gli innocenti.La vittima questa volta è l'uomo col pene più lungo del mondo,un 41enne di New York che ha avuto la sfortuna di imbattersi nella "scrupolosa" polizia del San Francisco International Airport che sospettava che il malcapitato nascondesse un pacco bomba nei pantaloni. L'Huffingtonpost ironizza chiamandola "bomba di concezione di massa". Perchè l'uomo non trasportava nè bombe nè droga nè materiale vietato dalle leggi aeroportuali ma semplicemente...il suo pene.. E allora capirete l'ironia del giornale americano e anche la nostra: figuriamoci se d'ora in poi negli States di fronte a un rigonfiamento sospetto nella zona pubica fermano tutti. Poveri porno attori,tenetevi lontano dal San Francisco International Airport se non volete brutte sorprese!
    Al giornale americano Falcon, questo il nome dell'uomo, ha dichiarato:

    La mia roba era parcheggiata a sinistra e non era eretta in quel momento. Una delle guardie ha chiesto se le mie tasche erano vuote e gli ho detto di sì. Jonah è stato poi condotto attraverso un body scanner e ha superato il metal detector senza problemi. Successivamente il malinteso è stato chiarito e l’uomo.

    E dire che Falcon non è certo uno qualunque negli Stati Uniti. L'uomo a dire la verità è una vera e propria celebrità ed è stato spesso ospite di numerosi talk televisivi proprio grazie alle sue dimensioni record.

    Per fortuna è bastato usare l'avanzato body scanner per chiarire l'equivoco e permettere a Falcon per spiccare il volo..

    Insomma dagli Usa l'ennesima ingiustizia che por fortuna si è conclusa bene. Ci piace però ricordare chi invece ha avuto meno fortuna e nel corso degli anni è stato ucciso o condannato ingiustamente. Se per voi gli States sono un modello,informatevi meglio: scoprirete che sono sì un modello ma non da imitare!

    Free Italy per www.Free-Italy.Info

    fonte orginale articolo

    Ndrangheta, studente-boss dà 9 esami in 42 giorni in Architettura

    All'Università di Reggio Calabria il figlio di un boss della Ndrangheta si comportava da padrone assoluto, arrivando a dare 9 esami in 41 giorni. Oggi è stato arrestato per associazione per delinquere di stampo mafioso.



    Riuscire a superare all'Università 9 esami in 41 giorni è un’impresa degna di un novello Albert Einstein. E’ invece cronaca, delle più sporche. Antonio Pelle, figlio di un pericoloso boss della Ndrangheta, era un vero e proprio ‘VIP” alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Reggio Calabria. Grazie alle amicizie con il personale del corpo docente, amministrativo e studentesco aveva complessivamente sostenuto 22 esami, tra cui tre Laboratori strutturati in 8 diversi moduli. Il giovane, nel bimestre giugno/luglio 2009 sarebbe riuscito a superare ben 9 esami in soli 41 giorni "Pelle Antonio" – è scritto nelle carte d'indagine - "vantava molte conoscenze all'interno del corpo docenti della Facoltà di Architettura ed era in possesso dei numeri di cellulare aziendali e privati di alcuni professori che era solito contattare per ottenere informazioni o chiedere cortesie".

    Un docente ha fatto mettere a verbale che "All'interno della Facoltà si parlava di Pelle Antonio come uno studente di "livello meno che mediocre" ed in possesso di "un cognome legato alla 'ndrangheta" Tutti, insomma, avevano rispetto o paura del giovane Pelle. Anche, perché, riferiranno le persone ascoltate “i ragazzi con cognomi importanti come Pelle, Strangio o Nirta, se presi per il verso sbagliato, tentano di distruggere l'immagine del docente e rovinano il clima di un intero corso". Pelle, quindi, si comportava come il padrone dell'intera area universitaria: "Un giorno" – racconta uno dei docenti - ho visto una macchina di grossa cilindrata dalla quale era sceso Pelle ed altri individui dall'aspetto non molto raccomandabile; la macchina in questione parcheggiò davanti al portone dell'ingresso principale della Facoltà, posto dove nessuno ha il permesso di parcheggiare, poggiando le ruote addirittura sul marciapiede e disturbando l'ingresso anche dei pedoni". Oggi il giovane Pelle è finito in carcere per il il reato più grave e temuto: l'associazione a delinquere di stampo mafioso.

    Chissà cosa penserà, leggendo questa notizia, la mamma di Lucia, la neolaureata di Cosenza che si è suicidata nei mesi scorsi perchà non riusciva a trovare un lavoro consono al percorso di studi fatti oppure Azzurra, la ragazza che per un anno ha cercato inutilmente lavoro a Catanzaro. Una società civile e avanzata avrebbe impedito a certi soggetti di avere spianato il percorso di studi solo perchè figli di boss mafiosi, come se questo fosse titolo di merito che darebbe diritto a privilegi e vantaggi. Invece si è consentito a questi soggetti di fare i padroni all'Università con buona pace di tutti i discorsi retorici sul fatto che esse debbano essere i luoghi dove si deve formare la classe dirigente di un Paese. Questa vicenda è indice del livello del sudiciume morale a cui si è arrivati in questo Paese, il quale non ha più la forza di indignarsi e si appassiona a seguire le vicende di calciatori e ragazze svestite, mentre tutto va a rotoli.

    fonte

    GEORGIA,PENA DI MORTE A RITARDATO MENTALE

    lunedì 16 luglio 2012


    La Corte Suprema ha dichiarato che la pena di morte per i ritardati mentali criminali era incostituzionale nel 2002. lo stato della Georgia, tuttavia, ha preparato per l'esecuzione un prigioniero così etichettato la prossima settimana, riporta il Guardian. L'esecuzione di Warren Hill sta procedendo perché la Georgia, unica tra gli Stati USA, dice che le difficoltà di apprendimento devono essere dimostrate "oltre ogni ragionevole dubbio." Anche se Hill è stato trovato da un tribunale di Georgia nel 2002 con "ritardo mentale".Lui ha un QI di circa 70.
    Ironia della sorte, Georgia è stato il primo stato a vietare la pena di morte per le persone con difficoltà di apprendimento, ma quando istituì quella legge nel 1988, ha richiesto anche lo standard più severo. Hill stava già scontando una pena dell'ergastolo per aver ucciso la sua fidanzata e quando ha ucciso un altro prigioniero nel 1990 e ha ricevuto la pena di morte. "Ci stiamo dirigendo verso una crisi costituzionale," ha detto l'avvocato di Hill. "La Corte Suprema ha vietato le esecuzioni dei prigionieri mentalmente ritardati, ma qui siamo in Georgia e di morte ad uomo che è mentalmente ritardato". E' stato stabilito dal Governatore che si terrà mercoledì.

    Nota del Prigioniero: Questo e' il futuro per noi, un mondo senza pieta' per nessuno, dove anche un ritardato mentale con un quoziente intellettivo di 70 finisce sulla sedia elettrica o un ago letale nel braccio. Ormai il NWO se ne frega anche della facciata ipocrita e buonista che fino a qualche anno fa presentava. Stiamo vedendo l'orribile mostro che si nasconde dietro le parvenze ipocrite e la maschera "caritatevole" del sistema che stanno costruendo gli illuminati. Hanno creato una crisi e problemi a non finire e si tenta di abbrutire la popolazione umana negando anche i principi piu' sani della coscienza umana. Uccidere un ritardato mentale "colpevole" ormai non fa piu' effetto a nessuno. Gli Illuminati ci occupano la testa con idiozie della propaganda e ci abbrutiscono togliendo qualsiasi diritto affinche anche la loro immonda dittatura mondiale possa sembrare meglio di quello in cui ci hanno fatto affondare volontariamente.

    traduzione il prigioniero

    fonte originale articolo

    USA,BAMBINA DI 4 ANNI CAMBIA SESSO: VOLEVA ESSERE UN MASCHIO,DICONO I GENITORI.

    domenica 15 luglio 2012

    STORIA SHOCK RACCONTATA DAL SUN: DUE GENITORI AMERICANI HANNO PERMESSO ALLA FIGLIA DI 4 ANNI DI CAMBIARE SESSO. SIN DALL'ETÀ DI 2 ANNI VOLEVA DIVENTARE UN MASCHIETTO E ALLA FINE L'HANNO ACCONTENTATA. ORA SOPHIE È DIVENTATA JAKE. SI TRATTA DELLA BAMBINA TRANSGENDER PIÙ GIOVANE MAI CONOSCIUTA!





    ABBIAMO PERMESSO A NOSTRA FIGLIA DI DIVENTARE UN MASCHIO ALL'ETÀ DI 4 ANNI: ECCO LA STORIA CHE SCIOCCHERÀ OGNI GENITORE.

    di Sarah Arnold per thesun.co.uk
    Traduzione Free Italy per Free-Italy.Info

    Due genitori americani hanno manifestato ieri sera la sorprendente decisione di lasciar vivere come un maschio la loro bambina di soli quattro anni.

    Con una scelta che sconvolgerà ogni genitore, hanno tagliato i capelli della bambino e hanno cambiato il suo nome da Sophie a Jake.

    E hanno chiesto ad insegnanti,amici,familiari e ai parrocchiani di trattare la figlia come un maschietto.

    Sarah e Yuri (questo il nome dei due genitori n.d.r.) credono che Jake Brown, 5 anni, sia infatti un bambino intrappolato nel corpo di una bambina - il caso più giovane in assoluto nel suo genere.

    Sin da quando aveva due anni, Sophie ripeteva insistentemente ai suoi genitori: "Io sono davvero un ragazzo".

    A quattro anni ha cominciato a rifiutarsi di indossare abiti da bambina e dopo alcuni test psicologici le è stato diagnosticato un Disturbo dell'Identità di Genere.

    Sarah, 37 anni, madre a tempo pieno, ha dichiarato: "Abbiamo una figlia,Olivia, che ha 8 anni ,così Sophie ha potuto usare tanti bei vestiti e belle t-shirt rosa che erano di sua sorella. "

    "Nelle nostre vecchie fotografie di famiglia si vede Sophie con dei fiori,mentre indossa abiti da bambina -era davvero una bella bambina. Abbiamo anche decorato la sua abitazione con delle fate."

    "Ma appena ha cominciato a parlare,all'età di due anni, ha iniziato a dirci che era un bambino".

    "All'inizio non volevo parlarne molto con lei, anche perchè pensavo si trattasse di una momento di passaggio."


    All'età di tre anni mi sono seduta vicino a lei col libro di anatomia per bambini tra le manie e le ho spiegato:"Sei nata come una bambina. Questo è l'organo genitale di una ragazza. E questo è quello che hai tu".

    "E lei mi guardò e disse: Quando mi hai cambiato?"

    "Sua sorella Olivia è una bambina normale. Ama la moda,il trucco ed è molto attenta a come si veste",

    "Mentre Sophie era ossessionata dai supereroi sin dalla più tenera età. Vorrebbe vestirsi da Spiderman ad Halloween e la sua T-shirt preferita è quella in cui è raffigurato questo supereroe".

    "Una volta mentre indossava il costume di Spiderman qualcuno si avvicinò e le disse: Oh sei Spidergirl!.Ma lei insisteva: No io sono Spiderman!".

    "Ha iniziato ad indossare vestiti androgini,come delle canottiere bianche che usava per andare a scuola. Mi sono seduta con lei e le ho chiesto: "Cosa c'è che non va nei tuoi vestiti,perchè non vuoi indossarli?"E lei mi ha risposto: "Sono troppo femminili".

    "Sophie si identificata con i personaggi maschili degli show televisivi. Le abbiamo anche dovuto comprare delle bambole maschili perchè minacciava di tagliare i capelli di tutte le bambole della sorella".

    "Sophie insisteva sempre perchè voleva recitare un ruolo maschile in ogni gioco a cui partecipava".

    Suo padre Yuri, 40 anni, di professione insegnante, ha aggiunto: "In quel periodo prese dal nostro armadietto dei medicinali e il mio rasoio, che cercò di usare,fingendosi di radersi,col risultato che si procurò un taglio sul labbro".

    Fu allora che i genitori, che vivono sulla costa orientale degli Stati Uniti, decisero di permettere alla loro figlioletta di vivere come un bambino. Sarah a riguardo ci ha raccontato: "Era diventato evidente che questa era assolutamente la cosa giusta da fare per il nostro bambino".

    Attraverso una ricerca su internet ho capito che mia faglia era una transgender.

    "Attraverso la ricerca su internet ho capito che mia figlia era transgender.

    "Ho trovato un terapeuta. Le ha diagnosticato il Disturbo di Identità di genere e ci ha detto che dovevamo permettere a Sophi di vivere come un ragazzo. Ho trovato anche un libro intitolato 'Il bambino Transgender" che mi chiarito davvero tutto quello che c'era da capire.

    "Il libro rivela che se si forza un bambino a conformarsi al suo sesso, questa scelta potrebbe avere un impatto devastante sulla loro vita,causando depressione,dipendenza da droga e alcool,nonchè gravi danni emotivi.

    "Così noi abbiamo deciso che era tempo di lasciare che Sophie iniziasse a vestirsi come un ragazzo."

    "La prima volta che le ho chiesto, 'Vuoi fare acquisti nel reparto dei maschietti?', Mio figlio era in estasi."

    "Abbiamo comprato magliette e pantaloncini e abbiamo sostituito il costume da bagno due pezzi di Sophie con dei pantaloncini, con disegni di pirati e una canottiera col disegno di un sole. Ovvero quelle immagini che la facevano identificare come un maschietto.

    "Il passo successivo è stato la scelta di un nome da ragazzo. Lei inizialmente voleva Jack, ma non mi piaceva, così alla fine abbiamo scelto Jake."

    I due genitori si sono poi riuniti con la sorella maggiore Olivia e le hanno spiegato con calma la straordinaria situazione che si apprestava a vivere.

    Sarah a proposito ci ha raccontato:"In un primo momento ha iniziato ad arrabbiarsi e a dire: 'Rivoglio mia sorella' ".

    "Olivia è andata dal terapeuta per parlare di sua sorella e della situazione che stavamo vivendo e insieme hanno lavorato sulla cosa e hanno pensato a cosa avrebbe potuto dire ai suoi amici. Dopo aver parlato col terapeuta la bambina stava bene".

    Quindi hanno permesso a Jacke, il nome attuale del bambino, di tagliarsi i capelli molto corti,proprio come un maschietto. Sarah a proposito ci ha confidato: "Penso che sia stato più traumatico per il parrucchiere di quanto lo fosse per me".

    "Sophie continuava a ripetere: 'Non posso credere che vuoi che li tagli così corti', Credo che a quel punto non preoccupava più nulla. Sophie stava diventando un maschietto e l'avevo accettato".

    Lo scorso autunno Sarah e Yuri hanno preso la coraggiosa decisione di divulgare la storia alla loro comunità - raccontandola dapprima ai parrocchiani della chiesa locale eppoi alla scuola frequentata da Jake e Olivia.

    Sarah a riguardo ha dichiarato: "Eravamo molto nervosi perchè sapevamo che la gente avrebbe cominciato a giudicarci. Ma ero pronta per la lotta."

    "La mia unica priorità era fare in modo che nessuno facesse del male al mio bambino. Non avevo intenzione di permettere che qualcuno lo facesse sentire male".

    Per fortuna,erano tutti favorevoli. La Chiesa ha addirittura invitato dei Transessuali una domenica per educare la congregazione.

    E Sarah ha deciso di scrivere una lettera accorata a tutti i genitori dei bambini della scuola frequentata da Jake. Nella lettera ha precisato: " Ho scritto che abbiamo deciso di allevare Jake come un maschietto e che preghiamo tutti loro di rispettare lui e noi".

    "Abbiamo trovato un libro intitolato 'Quando Kathy è Keith' riguardo la transizione di un ragazzo a una ragazza e l'insegnante l'ha letto ai bambini e ha parlato loro di come Sophie si senta come il personaggio di questo libro. Grazie al cielo è andata abbastanza bene. I bambini hanno accettato il cambio di sesso di Jake. Tutti alla fine hanno scambiato Sophie con Jake e la vita è andata avanti per tutti. "

    Per quanto riguarda Jake, l'ultima parte della sua transizione è in corso questa settimana.

    Sarah ci ha raccontato: "Gli ho detto un paio di mesi fa che gli avremmo dato una camera da letto di Star Wars. E la sto decorando questa settimana."Lui mi ha guardato di recente e ha detto: 'Non tornerà ad essere di nuovo una ragazza mamma'".

    "Gli abbiamo detto- ma a lui non piace quando ne parliamo- che poteva tornare indietroCosì abbiamo lasciato una porta aperta. Ma il mio istinto di madre mi dice che lui non tornerà indietro."

    "Penso che il momento più difficile sarà quando si avvicinerà la pubertà e dovremo iniziare a prendere decisioni sul fatto che avremo bisogno di sottoporlo a una terapia ormonale per ritardare l'arrivo della pubertà e chissà quanti altri ormoni",

    "Faccio parte di un gruppo di supporto online,parliamo con i genitori che si trovano ad affrontare il processo di transizione dei loro figlioletti. Così noi li prepariamo sul da farsi."

    "Ci toccherà solo seguire l'esempio di Jake. Sì, sarà difficile.

    "Ma penso che se è così importante per lui, allora è la cosa giusta da giusta."

    "Sono molto orgogliosa di Jake per essere così fedele alla sua scelta e sono così grata che lui sia mio figlio".

    "Ha sfidato le mie definizioni ristrette di genere e mi ha fatto una persona migliore. Ha costretto tutti noi a riesaminare le nostre convinzioni."


    Traduzione Free Italy per www.Free-Italy.info


    fonte

    Banche, chiunque ha avuto un fido potrebbe chiedere rimborso: ma nessuno lo sa

    lunedì 9 luglio 2012


    Gli illeciti bancari più gravi, quelli che maggiormente danneggiano l'economia e pesano sulle tasche dei cittadini e delle aziende italiane sono quelli inerenti i fidi, in cui all'applicazione di un tasso di interesse eccessivo - ILLEGALE - si aggiunge l'accredito tardivo dei versamenti, le commissioni di massimo scoperto e l'anatocismo,
    ovvero la capitalizzazione degli interessi su un capitale, affinché essi siano a loro volta produttivi di altri interessi (in pratica è il calcolo degli interessi sugli interessi) infatti TUTTI coloro che hanno un fido - o che lo hanno avuto in passato - hanno il DIRITTO ed i requisiti per chiedere un RIMBORSO alla propria banca, un risarcimento che si attesta intorno al 10-12% dell'importo del fido per ogni anno della durata dello stesso.

    Chi ha avuto un FIDO da 10.000€ per 5 anni, per esempio, ha diritto di recuperare 1.000-1.200€ all'anno, per un totale di 5-6.000€ !!! Chi ha avuto un FIDO di 10.000€ per 10 anni, ha diritto di recuperare un totale di 10-12.000€ E' possibile richiedere un rimborso entro 10 anni dalla CHIUSURA del Conto corrente (non del fido) dopo 10 anni che il conto corrente è chiuso, il "reato" va in prescrizione e non è più possibile fare rivalsa per recuperare il maltolto.

    Ci sono aziende che hanno avuto fidi di importi elevatissimi, che spesso - a causa del tasso di interesse esoso applicato dalla banca - anziché ridursi negli anni come previsto, è lievitato negli anni: e guai a sconfinare dal fido previsto: in quel caso i tassi di interesse applicati divengono un vero e proprio salasso, capace di mandare sul lastrico anche una solida azienda.


    Quando, nell'ambito del Comitato FermiamoLeBanche, illustriamo questi aspetti agli ignari cittadini, spesso riceviamo reazioni di incredulità e sbigottimento: a molte persone sembra impossibile che le banche agiscano abitudinariamente nell'illegalità, ma il fatto che agire in questo modo sia una prassi consolidata per le banche, non significa che ciò è legale, tantomeno accettabile.


    Se tutti i commercianti non emettessero lo scontrino fiscale, diventerebbe legale non emetterlo? Quando qualche anno fa, prima dell'entrata in vigore della "patente a punti" nessuno indossava la cintura di sicurezza, era legale non metterla? Lo stesso principio vale per le banche: il fatto che tutte le banche applichino un tasso di interesse sui fidi troppo elevato, non significa che ciò sia lecito.


    In italia sono MILIONI le persone e le aziende che avrebbero il diritto di RECUPERARE I SOLDI PAGATI INDEBITAMENTE, ma la stragrande maggioranza di loro ignorano questa possibilità, a causa del black out dell'informazione in merito: i mass media - succubi della politica - hanno innalzato una vera e propria cortina di silenzio, e persino le "associazioni dei consumatori" - che sono pronte ad imbastire "class action" addirittura per far recuperare ai cittadini poche decine di euro per il ritardo di un treno - evitano accuratamente di entrare in questi ambiti: mettersi contro il sistema bancario significa rinunciare a introiti pubblicitari, favori, finanziamenti.
    L'associazione FermiamoLeBanche è nata anche per questo: cercare di bucare la corazza di collusioni che ha reso possibile questo sistema: far recuperare i soldi sottratti indebitamente ai cittadini, oltre ad esser un atto di giustizia, è anche l'unica strada praticabile per scardinare questo sistema.Migliaia di imprenditori, più o meno "piccoli" sono stati costretti a cessare la propria attività a causa dei debiti nei confronti delle banche, molti hanno dichiarato persino fallimento, alcuni si sono persino SUICIDATI dalla disperazione, stroncati dall'aver perso tutto, dall'esser oberati dai debiti, IGNORANDO IL FATTO che se avessero fatto causa al loro istituto, avrebbero ottenuto un cospicuo rimborso, con tanto di interessi.


    Ma per chi fa rivalsa nei confronti della banca, l'epilogo è quasi sempre diverso. E' il caso di un imprenditore veneto, che si è presentato allo sportello di FermiamoLeBanche qualche mese fa; dopo diversi lustri di lavoro in cui consegnava alla banca il frutto del suo impegno, per ripagare un debito che non vedeva mai fine per il frequente aggravio di nuovi interessi, quando a causa della crisi ha visto ridursi il margine di guadagno ha cessato l'attività: e nonostante la banca si sia intascata il provento della vendita del capannone e dei macchinari, vantava ancora un credito di 50.000€ nei suoi confronti, somma insostenibile per una persona priva di reddito. L'unico "consiglio amichevole" che ha saputo dargli il direttore dell'istituto, è stato quello di vendere celermente la prima casa per ripianare il debito, prospettandogli il fatto che altrimenti, "sarebbe destinata ad andata all'asta" in un futuro prossimo.

    Quando i legali di FermiamoLeBanche gli hanno ricalcolato il conto corrente secondo i parametri di legge - che prevedono interessi più bassi di quelli abitualmente richiesti dagli istituti - gli hanno comunicato che era lui che doveva ricevere dalla banca poco meno di 200.000€, una prospettiva molto diversa da quella che gli prospettava il direttore, che gli "consigliava" di vendere la prima casa per saldare un debito di 50.000€ richiesto indebitamente: gli brillavano gli occhi, stentava a credere alle parole degli avvocati. Quando i legali di FermiamoLeBanche hanno presentato il conto all'istituto, nel giro di pochi mesi l'uomo ha ricevuto un indennizzo di 150.000€: la banca ha preferito conciliare evitando di arrivare a sentenza, l'uomo non ha perso la casa e la somma ricevuta gli ha permesso di ricominciare una vita rilevando una piccola attività commerciale. Senza alcun debito con nessun istituto bancario.


    L'associazione FermiamoLeBanche, fondata dall'Avv. Alfonso Luigi Marra nel 1987, da oltre 25 anni si occupa di questo tipo di cause, fornendo consulenza ai cittadini vessati dalle banche.
    SE HAI AVUTO UN FIDO BANCARIO, RIVOLGITI A FERMIAMOLEBANCHE PER OTTENERE IL RICALCOLO DEL TUO CONTO CORRENTE E CHIEDERE ALLA BANCA UN RIMBORSO! si tratta di cause che hanno una percentuale di vittoria del 100%
    Per Informazioni: email infofidi@nocensura.com

    Editoriale a cura dello staff di nocensura.com

    FONTE


    LA GRANDE TRUFFA DELLE ASSICURAZIONI AUTO E DELLA TASSA SULLA SPAZZATURA


    Se un cittadino che per 20/25/30 anni non ha mai causato alcun incidente stradale e corrisposto annualmente e regolarmente l’onere relativo alla polizza assicurativa, come è possibile che non abbia diritto alla restituzione (almeno in parte) del denaro versato per tutto questo lungo lasso di tempo? E non si pretendono gli interessi, ma che venga ameno rispettata la regola del, “do ut des”. Anche un bel panettone a Natale sarebbe apprezzabile!
    E’ quindi inconcepibile, illogico e fuorilegge, il fatto che l’automobilista assicurato, rispettoso delle norme stradali, concorra sistematicamente al pagamento dei danni procurati da coloro che eludono ogni regola e civile comportamento, in virtù della garanzia totale accordata loro dalla compagnia assicuratrice.
    Vista l’esorbitanza del premio assicurativo preteso, è plausibile credere che impugnare una tale istanza di fronte al TAR, produrrebbe i suoi sporchi risultati. Ma a mio parere, la soluzione più giusta consiste nel nazionalizzare le compagnie di assicurazione e, a seguire, autostrade e carburanti.

    Vi siete mai chiesti, poi, per quale empirico motivo e singolare logica, ci viene addebitato l’onere relativo alla tassa sulla spazzatura? La risposta va ricercata nella nostra stupidità – nella supina accettazione di norme e regole imposte ad hoc (a fine di estorsivo), e in una vile e totale sudditanza verso il Sistema Potere. Ci troviamo costretti a pagare una tassa su qualcosa che non abbiamo mai prodotto, ne commercializzato e ne propagandato!! Siamo ritenuti colpevoli per avere consumato e pertanto, costretti a pagare il prezzo per un tale “crimine”, mentre loro, i Grandi Spacciatori di monnezza, godono di un’impunità totale.

    Siamo stati raggirati per decenni e, come nel gioco delle tre carte, ci hanno fatto credere di essere gli autori di una tale sciagura, e colpevolizzato dei disastri biblici, che la stessa ha causato, causa e che, in futuro, provocherà.
    E’ arrivato il momento che i consumatori aprano gli occhi e inseriscano il cervello, per dare a Cesare le responsabilità di Cesare.
    Alla luce della verità, è l’industria (Cesare), e non noi, a doversi accollare tutti costi, relativi alla produzione dei rifiuti e del loro smaltimento! Non puoi “buttare il sasso e nascondere la mano!” Tu li produci e tu li smaltisci; diversamente, ti adegui e non li produci!
    Assolvere l’industria (sempre e in ogni caso), esimendola ed escludendola a priori, da ogni addebito, perché presupposto di sviluppo, occupazione e di benessere (quale!!!), è il più infame atto di ingiustizia, di ipocrisia e di raggiro sociale del quale, un paese che si definisce civile, si possa macchiare.

    E’ triste e penoso il fatto che il consumatore accetti, senza obiettare, il pagamento dell’onere, relativo alla tassa sulla “monnezza”, ritenendolo giustificato e doveroso.
    Questa, è una dimostrazione di illusionismo applicato alla realtà, indotto dal Sistema, che gioca sulla percezione falsata che ha il consumatore, di ritenersi responsabile (in prima persona), del problema dei rifiuti, per avere “impunemente” soddisfatto il suo bisogno di acquisto e le sue necessità. Il contenitore che, in seguito, trasfigurerà la sua originale funzione in quella di rifiuto, é il paradigma della colpa e, l’onere di pagarne lo smaltimento, interviene nel consumatore, come elemento di espiazione catartica. Un bel giochino davvero!!!

    Questa idea che induce a ritenerci i diretti responsabili del rifiuto (involucro, contenitore o imballaggio che sia) per il solo fatto di avere acquistato il bene, non sta in piedi. E’ solo un ignobile trucco, per allocchi! Tutta questa immondizia che sta soffocando le nostre vite è, di gran lunga, più pericolosa e micidiale di qualsiasi altra droga!
    Se vogliamo combattere il consumo di sostanze stupefacenti, dobbiamo risalire alla fonte e arrestare lo spacciatore – se ci limitiamo a penalizzare il consumatore, il problema rimarrà tale. Così l’industria, come lo spacciatore, non può esimersi dalle sue colpe accusando e puntando il dito contro il consumatore, per avere soddisfatto la sua necessità!
    I cittadini, di fatto, non sono che le ignare vittime di un grande imbroglio pianificato a tavolino dai soliti quattro papponi, ingordi e disonorati che, ancora una volta, addossano alla cittadinanza i costi derivanti dalle loro turpitudini. Della spazzatura, si deve fare carico chi la produce e non il cliente/consumatore che acquista il bene! E su questo, non si discute.
    Noi, non siamo altro che dei semplici “consumatori” (clienti) ma gli “spacciatori”, sono loro: Industriali e imprenditori! Loro che producono tutta questa montagna merda infetta con il beneplacito delle istituzioni e delle organizzazioni deputate al controllo e a fare rispettare le regole. Loro, dagli stomaci famelici e senza fondo, con la botte piena e la moglie ubriaca e puttana – quelli concussi e collusi con la politica, con i banchieri e la criminalità organizzata – quelli che delocalizzano le fabbriche nei paesi poveri per sfruttare e schiavizzare una manovalanza di indigenti alla canna del gas – quelli con i capitali occultati nei paradisi fiscali che festeggiano a mignotte e cocaina alla faccia nostra.
    Sono loro i responsabili della crescente disoccupazione e precarietà e della deriva etica, morale e culturale di questo paese! Loro, la peggiore razza che abbia mai calpestato il suolo terrestre.

    A questo punto l’industria si deve attenere a tre regole fondamentali e ineludibili, che rientrano nelle logiche di un mercato etico e responsabile:

    a) Concepire e realizzare contenitori biodegradabili.

    b) Farsi carico, diversamente, dei costi relativi alla loro produzione e conseguente smaltimento.

    c) Assumersi l’onere concernente la realizzazione di Inceneritori, discariche, trasporto dei rifiuti, bonifica del territorio e di tutto l’indotto.

    Ergo, ci siamo rotti i coglioni di essere trattati alla pari di “bestie ammaestrate” e annuire ad ogni ordine del padrone! Tu li produci e tu li smaltisci; altrimenti, o ti adegui o chiudi bottega!

    FONTE

    LA FRANCIA DICE SÌ AI MATRIMONI TRA GAY

    mercoledì 4 luglio 2012

    Dal 1° settembre 2013 sì anche alle adozioni. L' aveva promesso Hollande in campagna elettorale
    di Raffaello Binelli 
    Svolta zapateriana in Francia dove tra poco più di un anno le coppie gay potranno sposarsi e adottare figli. La data fatidica è il 1° settembre 2013.
    François HollandeIngrandisci immagineA dare l'annuncio è il primo ministro francese Jean-Marc Ayrault in un'audizione in parlamento. I socialisti, dunque, confermano quanto promesso in campagna elettorale da François Hollande: "La nostra società - ha detto il premier - sta cambiando stili di vita e comportamenti".


    Il via libera del governo è arrivato pochi giorni dopo le celebrazioni del Gay Pride a cui simbolicamente ha partecipato anche il ministro della Famiglia Dominique Bertinotti. Di recente il ministro della Sanità, Marisol Touraine, ha annunciato che agli omosessuali sarà permesso di donare il sangue (ad oggi è vietato).
    Secondo un recente sondaggio gli omosessuali in Francia sono il 6,5% circa del’intero elettorato. In Europa già altre nazioni hanno dato il via libera alle unioni e alle adozioni gay: tra queste Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Islanda, Olanda, Norvegia, Spagna, Svezia e Gran Bretagna.

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    Continuano gli attacchi israeliani su Gaza, questo bambino che c'entrava?

    giovedì 28 giugno 2012

    Sesto giorno di attacchi israeliani su Gaza.Sale a 16 il numero dei morti, fra cui oggi un bambino di 5 anni e mezzo, e più di 60 sono i feriti.

    Questa mattina, in Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza, un carroarmato israeliano ha sparato un colpo di artiglieria uccidendo un bambino di 5 anni e mezzo, ferendo suo padre ed altre 3 persone.
    Nell'obitorio dell'ospedale Nasser ho visto il corpo segnato e senza vita del bambino.
    Ali Moutaz Al Shawat aveva 5 anni e mezzo.


    Ali Moutaz Al Shawat, 5 anni e mezzo

    Ali Moutaz Al Shawat, 5 anni e mezzo

    i segni dell'attacco sul corpo del piccolo Ali


    Il padre di Ali si trovava in sala operatoria. Sono andata a far visita alle altre persone ferite in questo attacco, alcune delle quali erano ricoverate all'European hospital in Khan Younis.
    Zaki Msabah, 53 anni, è rimasto ferito alla spalla. L'ho incontrato nella sua abitazione. Zaki inizia a raccontarmi quello che è successo. Giovani e famiglie si recano usualmente nel posto che è stato attaccato dal carro armato israeliano. C'è un campo di calcio dove i giovani tengono una sorta di campionato, ci sono tavole da ping pong ed è possibile guardare le partite in tv. Oggi sarebbe dovuta esserci una partita di calcio fra alcuni giovani. Zaki lavora lì e si era recato sul posto al mattino per pulire e preparare ogni cosa. Alcuni amici erano andati ad aiutarlo. C'erano due ragazzi con due bambini che volevano giocare a ping pong e gli avevano chiesto di aprire la sala. Improvvisamente, verso le 10.15 del mattino, Zaki ha sentito una enorme esplosione. "Ho volato per alcuni metri", racconta Zaki. 
    Non c'erano stati spari di avvertimento prima dell'attacco. La situazione era calma, tranquilla. 

    Zaki Msabah, 53 anni


    In ospedale incontro altri due feriti, Omar Tabash, 28 anni, e Yosif Abu Tair, 24 anni.
    Omar è rimasto ferito alle braccia ed alla gamba destra.
    Racconta che era andato sul posto con suo figlio Ayoub di un mese e mezzo, con Moutaz (il padre di Ali) ed il piccolo Ali.
    Voleva giocare a ping pong. "Ali stava parlando al cellulare con sua mamma", racconta Omar. Il piccolo Ali aveva detto a sua mamma "Mamma ti voglio vedere", sua madre gli aveva risposto "Ora sono a lavoro, ci vediamo a casa". Suo padre voleva andare a casa per cambiarsi ed indossare vestiti sportivi. E' uscito all'esterno ed ha gridato. Poi l'esplosione. 
    Moutaz ha chiamato Omar "per favore vieni", ma Omar, ferito, non poteva. Omar ha chiamato alcuni amici e l'ambulanza. "Ali è morto mentre abbracciava suo padre", conclude Omar.

    le gambe di Omar Tabah, 28 anni, ricoverato in ospedale

    Omar Tabash, 28 anni



    Nella stessa giornata di oggi 23 giugno 2012, l'aviazione militare israeliana ha attaccato diverse zone nella Striscia di Gaza.
    Un primo attacco, verso le 11.00 del mattino, si è verificato ad est di Shjayah, al centro di Gaza city. La bomba non è esplosa.
    L'aviazione militare israeliana ha attaccato poi l'area di Jabalia, a nord di Gaza. Una persona è morta. Era un attivista del Popular Resistance Committee, il suo nome è Khalid al-Burei ed aveva 25 anni.

    Sempre al mattino di sabato, Israele ha condotto incursioni aeree contro tre siti della sicurezza di Hamas. Almeno 17 persone sono rimaste ferite.

    Nel pomeriggio, un palestinese è rimasto ucciso e altre 9 persone sono rimaste ferite in attacco israeliano al centro di Gaza city, in un'area chiamata "Nasser", densamente affollata durante il giorno.

    Mi sono recata allo Shifa hospital subito dopo l'attacco.
    Il civile morto si chiama Osama Ali ed aveva 34 anni.
    Stava attraversando la strada al momento dell'attacco.


    nell'obitorio, il corpo di Osama Ali, 34 anni 

    All'esterno dell'obitorio, urla e lamenti di parenti ed amici della vittima.

    parenti ed amici di Osama Ali all'esterno dell'obitorio

    Nello stesso attacco, 9 civili sono rimasti feriti.

    Hassan Oda, 24 anni, si trovava di fornte la sua abitazione al momento dell'attacco.

    Hassan Oda, 24 anni


    Imad Abu Nahl, 29 anni, era in macchina al momento dell'attacco.

    Imad Abu Nahl, 29 anni

    Hassan Yassin, 28 anni, stava attraversando la strada.

    Hassan Yassin, 28 anni



    Nella giornata di ieri venerdì 22 giugno, un ragazzo è stato ucciso in un attacco israeliano ad est di Al-Bureij camp. Qassem Abdullah Ahmed aveva 24 anni. Due civili sono rimasti feriti e sono stati trasportati al' Al-Aqsa Martyrs hospital in Deir al-Balah.

    La sera di venerdì 22 giugno, un attacco israeliano a nord di Gaza ha ucciso Humam Jamal Abu Qadoos, 20 anni.

    In quella stessa giornata l'aviazione militare israeliana ha condotto più incursioni in diverse zone della Striscia di Gaza.

    Nella notte tra venerdì e sabato, verso del 2 del mattino, Gaza city è stata scossa da una tremenda esplosione. L'aviazione militare israeliana ha colpito un complesso militare di Hamas in zona Saraya, al centro di Gaza city. 
    Mi sono recata sul posto durante la notte subito dopo l'attaccoMolti abitazioni sono state danneggiate.
    Tra i feriti, membri della security di Hamas e quattro civili.

    ambulanze sul posto colpito durante la notte di venerdì al centro di Gaza city

    uomini della sicurezza controllano l'area dopo il bombardamento

    vetri  crollati in una casa nei pressi dell'area colpita

    Quella notte Gaza city non ha dormito. Sono rimasta sveglia a casa di una famiglia palestinese nell'area colpita. Siamo rimasti vicini, raccontandoci lo spavento. 
    La condivisione di quella paura ci ha uniti in quella notte buia scandita solo dal suono delle sirene ed illuminata solo dal fuoco che rimaneva vivo dopo il bombardamento.

    16 palestinesi uccisi e più di 60 feriti dall'inizio dell'offensiva militare israeliana su Gaza, iniziata lunedì   18 giugno 2012.


    C'è chi pensa che la situazione andrà a peggiorare nei prossimi giorni. La speranza è che l'orrore di questo massacro si fermi.

    fonte

     
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